1990s
Kicks

Non ci riesco proprio! Davvero. Questo disco non mi rimane in testa. Non c’è niente da fare.
Passa via un po’ grigio, come la polvere sotto il letto o i raggi di sole che filtrano dalle persiane di prima mattina.
Pensi di averlo imparato, di averlo impugnato, di canticchiarlo comodamente nella vasca da bagno. Ma l’unica cosa che ti si pianta nella mente è la domanda peggiore: “1990s chi”?
Oddio.

“Kicks” non è proprio un disco da buttare via o brutto in una qualche particolare maniera, solo è la raffigurazione di un oggetto che passa e va senza graffiare, che non è arrivato ancora a delineare una fase chiara del percorso artistico/musicale e a snocciolare delle vibrazione potenti da poter trasmettere.
Sono settimane che di riffa o di raffa trasformo il gruppo scozzese in note da smanazzare al volo per la stanza, ma chissà  perchè mi scopro sempre interessato a qualcos’altro, per esempio alle pulizie di
Pasqua fuori tempo massimo. Ci sono alcuni episodi in questo secondo exploit dei ragazzacci di
Glasgow, ricordo a tutti prodotti dall’ex Suede Bernard Butler, che
di scintille ne fanno. Pochi in verità .
Sicuramente “Vondelpark” con i suoi corettini paraculi e le atmosfere indie friendly niente male, “I Don’t Even Know What that Is” ovvero la marcetta che ti inganna e le morbidezze slow tempo da ballad anni ’80 di “Local Science”. Il resto si perde in un’aura mediocritas incolore, giudice impietosa della mancanza di gonadi di “Kicks” che ne determina ascolti sbadiglianti e indifferenti.

Se dovessimo stabilire il costo di un cd dal suo valore intrinseco, quanto saremmo disposti a sborsare per “‘sti “1990s”? La rivoluzione nasce dalla riflessione amici!
Un pò di infamia senza lode.

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1990s su IndieForBunnies:

• Recensione “THE COOKIES”