Questa musica avrebbe lo stesso impatto se Florence Welch non avesse i capelli rosso fuoco, non fosse moderatamente bella, se non avesse un look preraffaellita con tanto di immaginario gotico di sfondo?
Funzionerebbe? Le ragazzine la amerebbero? Nme la amerebbe?
Se fosse scialba, bruttarella, la sua voce sarebbe ancora in grado di entusiasmare la gente? La risposta è si.
Ciò non toglie che sarebbe interessante, e quantomeno inedito per la nuova scena inglese, dare risalto a qualche ragazzina che non abbia tutto un entourage di hair stylists o personal shoppers alle spalle.
Lo so da me che questi sono prodotti prima che voci, e che quest’ossessione per la dimensione estetica della musica è sempre esistita. Ciò non toglie che a volte vorrei ci fosse qualcuno in grado di farmelo dimenticare.

Il fatto è che a me Florence piace pure, sta simpatica. La trovo meno brava e talentuosa di Bat For Lashes, per intenderci, ma mi diverte. Forse dovrei ricordare che anche Kate Bush, e prima di lei Grace Slick, sono state prodotti dell’industria. Che ciò non le ha rese meno brave, o interessanti.
Per questo mi soffermerò sulle cose che di Florence meritano: il respiro, il barocchismo, il virtuosismo live (vedere esibizione ai Mercury Prize di quest’anno). Alcuni testi (“My Boy Builds Coffins”). Alcune cose irresistibili (“Dog Days Are Over”). Altre cose che potrebbero far male (“Cosmic Love”).
Mi soffermerò poi sulle cose di Florence che meritano di meno: “A Kiss With A Fist” (Kate Nash, già  visto, grazie. Apprezzo lo sforzo di averci messo qualche chitarra). “You’ve Got The Love”, che alla nostra piace tanto, ma il soul dovrebbe sempre avere una goccia di sangue dentro per essere credibile, e questa canzone non ne ha.

Non c’è niente che non vada in questo album, chiunque di voi lo testerà  non potrà  fare a meno di ascoltarlo un paio di volte. Da qualche parte tra una traccia e l’altra potreste avvertire un leggero fastidio, come quando a scuola la ragazza in prima fila alzava la mano esattamente due secondi prima di te. Con quella sensazione di intangibilità , di mancata imperfezione che la riguarda mentre tu resti lì a smaniare.
Questo non è un voto politico, te ne rendi conto persino tu dal tuo misero banchetto che Florence l’interrogazione la supera alla grande. Ciò non toglie che ti piacerebbe vederla inciampare quando ritorna al suo posto. Il problema di “Lungs” è questo: non inciampa.
Florence and the Machine ‘next big thing’? Diavolo, questa volta non lo so proprio.

Photo: Fictional Future / CC BY