Fistful Of Mercy
As I Call You Down

Ricordo quando al Real Madrid si collezionavano attaccanti e giocatori offensivi pieni di talento, come se nel calcio fosse possibile giocare senza difensori e centrocampisti. I “Galacticos” restavano sempre un passo dietro ai “Blaugrana” del Barcellona, perchè nel calcio c’è anche bisogno di chi faccia un po’ di legna e che corra per tre. Allo stesso modo funziona nella musica con i supergruppi, dove spesso il talento di ogni singolo componente si diluisce più che diventare la somma risultante di tutti gli elementi. Non che ci sia bisogno di un Makelele anche nel campo del rock, che recuperi i palloni e restituisca vigore alla band, ma i supergruppi finiscono spesso col deludere le aspettative.

I Fistful Of Mercy nascono da un’idea di Joseph Arthur, il quale ha invitato l’amico Ben Harper ad unirsi al progetto, che a sua volta ha invitato l’amico Dhani Harrison, figlio di George, conosciuto facendo skateboard. Le premesse per qualcosa di grande (o di una grande delusione) c’erano tutte, ma quel che viene fuori è semplicemente un bel disco di ballate folk-rock, in cui le singole personalità  giocano a nascondersi piuttosto che pestarsi i piedi. Ci sono tre o quattro grandi cose qui dentro, che non colpiscono al primo ascolto ma lentamente avvolgono e conquistano col progredire degli ascolti. C’è più Joseph Arthur che Ben Harper, soprattuto nei morbidi arrangiamenti; il resto è un rock di stampo classico a velocità  di crociera media, un gran bell’esercizio di stile un po’ privo di sangue.

In definitiva “As I Call You Down” è un disco di rara eleganza, permeato da atmosfere calde e avvolgenti, privo però di quel guizzo determinante per farne qualcosa di memorabile. La classe non è acqua, ma troppi solisti finiscono spesso per pestarsi i piedi, forse è per questo che Ben Harper e Joseph Arthur si sono limitati al minimo indispensabile. E tutto sommato può anche bastare.

Ascolta “Fistful Of Mercy”