L’ha rifatto, Maya Arulpragasam. Ancora una volta ha aperto un nuovo dominio su qualche server misconosciuto in giro per il mondo per diffondere la sua musica. E stavolta non si tratta di un semplice brano per criticare l’artista o il giornalista di turno, ma un intero mixtape, 36 minuti di brani mai sentititi o riarrangiati per l’occasione. Inutile sperare che lo spirito sarcastico della cingalese abbia perso consistenza, anzi. Il pensiero dev’esser stato “‘più minuti più offese’.

Sin dal titolo, un’ovazione buzzurra a Julian Assange, si respira lo spirito tamarro e danzereccio del lavoro, che potremmo porre a metà  strada tra le sonorità  etno-dance di “Kala” e le ultime divagazioni alt-noise di “/\/\ /\ Y /\”. Non nuova alla pubblicazione di mixtape (“Piracy Funds Terrorism” nel 2004 precedette l’uscita del disco di debutto), la terrorista pop gode in quest’occasione della collaborazione di Rusko, di Blaqstarr (prodotto dalla stessa M.I.A.) e dei soliti Diplo e Switch; il concetto dell’opera, caro all’artista, è quello della libera diffusione della musica: I’m not talking about getting it for free. I’m talking about making it freer, ripeterà  in proposito M.I.A. più volte.

La robotica apertura riporta immediatamente l’ascoltatore nelle atmosfere di “Kala”, tra i boati di “Bamboo Banga” e le trombe di “XR2”; una strofa di “Illygirl”, bonus track dell’ultimo disco, separa idealmente da “Let Me Hump You”, che riprende improvvisamente in mano la bandiera dell’orgoglio etnico della srilankese. Le strofe rappate riportano alla memoria gli esordi della cantante, che rivivono anche in un inedito remix di “Steppin Up”. “Go At It”, al decimo minuto, recupera una base 90s, mentre in una nuova versione di “Gen-N-E-Y”, brano mixato da Diplo in cui Maya si scaglia contro lo stesso produttore (!) già  disponibile in free download mesi fa, rivivono i fasti electronoise dell’ultimo disco pubblicato. La componente rap viene recuperata in “Bad Girls” e in “Marsha/Britney”, attacco frontale alla misconosciuta Marsha Ambrosius, di cui sappiamo solo che non deve star molto simpatica a M.I.A. ( “You wanna be the next big thing/ but you can’t sing”).

La seconda metà  del mixtape non si differenzia in modo evidente dalla prima, proseguendo tra un paio di pezzi rap (“Listen Up” e l’old school di “Get Around”), un rapido electroclash à  la “Kala” e il dubstep di “You My Love”.