Vengono dalla verde Irlanda, il loro nome è Kodaline e sono una guitar band alla prima prova sulla lunga distanza: eppure “In A Perfect World” che già  dalle prime avvisaglie sembrava aver riscosso molto successo, suona fresco ed intrigante, proprio come dovrebbe essere sempre il debutto di musicisti di primo pelo. L’appeal musicale della band è lapalissiano, è sufficiente ascoltarne una sola nota: delicato romanticismo e dolcezza musicale al servizio di melodie essenziali.

“In A Perfect World” è a tutti gli effetti un album pop, orecchiabile, easy, che nè azzarda, nè sconvolge. Ricercato e sofisticato sono aggettivi che non attecchiscono da queste parti. è un male ? Un limite ? Un delitto verso la musica ? La mia modestissima opinione mi suggerisce il contrario. Cercando dunque, se possibile, di riporre via la scure da bocciatura musicale immediata, apprezziamone il songwriting gentile e l’intuizione felice. Lasciamoci inoltre sedurre da sfumature melodiche di sicuro affidamento che sanno evocare allo stesso tempo chiarezza e sentimento; non verremmo tacciati di vergogna. Fidatevi. Ai posteri comunque l’arduo giudizio, lasciamo parlare la musica.

Sono allora molte le canzoni che si distinguono per pregevolezza: Già  dalla prima traccia, “One Day”, avvertiamo la presenza di un mood radiofonico e pacato, sensazioni che sanno di fine malinconia con la successiva “All I Want”. I saliscendi armonici ed energetici di “Love Like This”, “Brand New Day” e “Way Back When” proiettano il disco invece in un contesto piuttosto coinvolgente e ben riuscito mentre un fil rouge di tranquillità  e dolcezza avvolge le successive “Pray” e “Talk”, i momenti maggiormente intimi ed introspettivi dell’intero album.

Lieve e profondo allo stesso tempo, risulta difficile individuare il “riempitivo” o l’ episodio negativo nelle undici tracks che compongono “In A Perfect World”. Il disco dell’ estate.