In due anni di produzioni, uscite quasi tutte per la label fondata da Jimmy Edgar nel 2012, quella Ultramajik che sta cercando una via al dancefloor energica e raffinata, il tedesco Chambray, all’anagrafe Andre Rost, s’inserisce perfettamente nel discorso dell’etichetta: l’esordio “Reliev” si muove infatti in territori elettronici massicci e orientati più al club che all’ascolto privato.

Nonostante uno stile ben definito e già  sviluppato in maniera personale, infatti i nove brani che riempiono i cinquantuno minuti del debutto non possono certamente dirsi ripetitivi o poco fantasiosi: la mano di Chambray sa alternare con gusto ed efficacia momenti di un’annichilente ortodossia rave-techno sulla scia dei chiacchierati Ansome e Ayarcana (eccellenza italiana) a più raffinate intuizioni glamour che ricordano il Nicolas Jaar meno latino o il Diplo meno cafone e più funk (come nell’irresistibile groove, insieme grasso e geometrico, di “Qt Wit Da Bty”), fino ad azzeccare, sul finire dell’album, quella meravigliosa perla dai suoni eterei che è “Acres”.

Uscito in sordina “Reliev”, il disco di esordio di Chambray è un ascolto consigliatissimo ai più appassionati e attenti seguaci delle club-music contemporanea: un concentrato di elettronica diretta e spesso muscolosa, che non manca comunque di sfoggiare un’eleganza e una cura del suono sempre impeccabili.