Con un altro mese ormai alle spalle ci concediamo un piccolo ma prezioso recap: The Beautiful Ones raccoglie le uscite discografiche, pubblicate negli ultimi 30 giorni, che più abbiamo apprezzato.


CHARLOTTE GAINSBOURG
Rest

[Because/Warner]
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Sono trame avvolgenti e delicate quelle che costituiscono le strutture portanti delle tracce di “Rest”, in cui la Gainsbourg dimostra di aver imparato a memoria sia le lezioni paterna, che quelle impartite dall’amico Beck (“Les Oxalis”) e dai compatrioti Air (“Le Crocodiles”).
Forse un po’ tardi, Charlotte Gainsbourg ci regala la sua prova del nove musicale, convincendo definitivamente l’ascoltatore delle sue capacità , così come è riuscita a fare per quello che riguarda la recitazione.
[Stefano D’Elia]

LOST HORIZONS
Ojalà 
[Bella Union]
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Il ritorno Simon Raymonde non delude dunque. Disco curatissimo in bilico tra Mercury Rev e This Mortal Coil, capace di mettere insieme stili diversi senza manie di protagonismo, con una copertina di quelle che non dispiacerebbe avere in (doppio) vinile. Una delle migliori dell’anno insieme a “BNQT” dei BNQT. Liberate un’ora e dieci dai social impegni e dedicatela a esplorare il mondo anzi i mondi musicali di “Ojalà “. Lo merita davvero.
[Valentina Natale]

SUFJAN STEVENS
The Greatest Gift Mixtape “” Outtakes, Remixes, & Demos from Carrie & Lowell
[Ashtmatic Kitty]
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Si fa fatica a definirla propriamente come una raccolta per completisti: la misura in fase di remix e l’omogeneità  complessiva del sound (una sorta di electro-folk piuttosto dreamy), unita alla bellezza cristallina dei pezzi, rendono “The Greatest Gift” un album con una sua identità  e un suo perchè, ben lontano da logiche di mercato “” dare testimonianza di uno dei cantori più sensibili della nostra generazione durante un periodo personale difficilissimo, mentre trasforma il dolore in musica meravigliosa.
[Aessandro Schirano]

QUICKSAND
Interiors
[Epitaph]
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“Interiors” è un album coraggioso senza essere sperimentale; moderno senza suonare particolarmente nuovo. Dodici tracce che aprono nel migliore dei modi una nuova fase nella frastagliatissima carriera dei Quicksand e dimostrano l’ottimo stato di salute dell’alternative rock a stelle e strisce.
[Giuseppe Loris Ienco]

SHARON JONES & THE DAP KINGS
Soul Of A Woman
[Daptone]
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“Soul Of A Woman” però mostra soprattutto il lato più intimo di Sharon Jones, quello più toccante. La sua voce non ha mai ricordato così tanto quella di Nina Simone forte e vulnerabile allo stesso tempo, soprattutto in brani di rara dolcezza come “Pass Me By”, “When I Saw Your Face”, “Just Give Me Your Time”. “Call On God”, registrata durante le session di”100 Days, 100 Nights” e poi accantonata, doveva essere inclusa in un album gospel mai realizzato e alle radici gospel ritorna anche grazie alla partecipazione del The Universal Church of God Choir. “Soul Of A Woman” nonostante le circostanze in cui è stato registrato è un album incredibilmente ottimista (“It’s a matter of time before wrongs will be righted” canta Miss Sharon in “Matter Of Time”) e pieno di speranza. Fa quello che il titolo promette: mette a nudo l’anima di una donna di talento che ha sempre affrontato la vita con grinta e passione.
[Valentina Natale]

MAVIS STAPLES
If All I Was Was Black
[Anti]
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Mavis Staples sembra portarci oggi in percorsi meno rumorosi del passato, con una classe conquistata e non innata, come a dirci sono arrivato, facciamo parte ancora della strada e la descriviamo ancora oggi, non per gridare un dolore, ma perchè questa musica è il nostro humus.
[Simone Lucidi]

NOEL GALLAGHER’S HIGH FLYING BIRDS
Who Built The Moon?
[Sour Smash]
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Siamo di fronte ad un artista che si è messo in gioco e che non ha paura di rischiare di far infuriare una gran parte del suo pubblico ma che vuole prendere per mano vecchi e nuovi appassionati di musica verso nuovi orizzonti sonori più maturi e coraggiosi.
…provate quindi a mettere da parte per un attimo la vostra anima nostalgica (perchè la nostra giovinezza non illudiamoci che non ce la restituisce nessuno) e provate a chiedervi se può avere ancora un senso questa tanta agognata reunion degli Oasis. Con 2 musicisti, il primo rinato e il secondo in stato di grazia, al posto di 1″…”…cos’altro potete desiderare ?
[Stefano Quattri]

BONUS TRACK – DEBUT ALBUM DEL MESE:

STELLA MARIS
Stella Maris

[La Tempesta Dischi/Khalisa Dischi]

….bello, frizzante, ben arrangiato, con melodie cristalline e magicamente anni ’80, senza accusare il peso della nostalgia e poi la verve di Umberto spicca come non mai, sia come frontman che come cantante (le sue metafore e le sue suggestioni liriche, sempre impeccabili e toccanti, sono sicuramente più abbordabili e di lettura più immediata in questo progetto), in più si sente che, a differenza del suo percorso da solista, questo è davvero il disco di una band al completo, una band con i controcazzi per giunta.
Ci avevano promesso “brani accattivanti dove i sentimenti dettano legge e dove l’aria che si respira rievoca echi pastorali e incontaminati della musica pop più genuina” e noi possiamo solo ringraziare gli Stella Maris per aver mantenuto quanto promesso.
[Paolo Fierobecco]