Dopo un paio di EP, pubblicati nel 2013 e nel 2014, The Heart And The Void, che nel frattempo ha condiviso il palco con artisti internazionali come Marika Hackman, Johnny Flynn, Miles Kane e Stu Larsen, ha pubblicato lo scorso gennaio il suo primo LP, “The Loneliest Of Wars”.

Aiutato dal produttore sardo Fabio Demontis, Enrico Spanu, questo il vero nome del musicista cagliaritano, è riuscito finalmente ad arrivare a questo importante punto della sua carriera.
E’ legittimo chiedersi cosa abbia fatto Spanu in questi anni: oltre a portare la sua musica per lungo tempo in giro per l’Italia, si è preso il giusto tempo per scrivere al meglio il suo primo disco.

Sicuramente un modello che lo puo’ avere ispirato è quello di The Tallest Man On Earth, in particolare quello dei primi dischi: un finger-picking morbido e una voce calda, vellutata e soprattutto capace di dipingere i sentimenti in maniera eccezionale. Un brano come la malinconica “A Heart Like A Graveyard” ricorda tanto Matsson, pur mettendo in luce la bella personalità  del musicista sardo.

“Her Hair Was Like Sand”, invece, vede la partecipazione di Beeside (ovvero Federico Pazzona), altro piccolo gioiello folk proveniente dalla Sardegna: il risultato è leggero e ricco di emozioni, sottolineate anche dall’ottimo lavoro del banjo.
L’intimità  di “An Island Might Not Be The End” regala un’altra perla di preziosa dolcezza e l’apparizione, verso la fine del brano, degli archi è un’ulteriore prova della ricchezza del cuore di questa canzone.

Alla fine di questi quaranta minuti scarsi si esce con il sorriso, guadagnato grazie alla morbidezza della musica di questo musicista sardo, che sa disegnare belle e delicate poesie minimali, che riempiono il cuore ogni volta.