Julia Jacklin, Elizabeth Hughes e Ryan K. Brennan sono i Phantastic Ferniture, un trio nato nel lontano 2014, per gioco, durante una serata in un locale di Sidney. In occasione del ventiquattresimo compleanno di Julia, una decina di amici in vena di progetti, probabilmente fantasticando sul loro futuro, decisero che formare una band non fosse un’idea malvagia. Il giorno dopo, solo alcuni di essi ricordarono il buon proposito e senza troppe pressioni e grandi obbiettivi iniziarono ad incontrarsi per provare alcune cover da suonare nei club locali.

Così narra la leggenda e noi ci crediamo perchè a raccontarla è proprio Julia che possiamo senza troppi indugi considerare la leader della band.
Julia è anche la più intraprendente: nel 2016 ha pubblicato un album folk “Don’t Let The Kids Win” che l’ha fatta conoscere anche oltre i confini australiani ma, come ammette lei stessa, i brani sono di una tristezza tale che le fecero sentire il bisogno di salire su un palco e “vedere come è far divertire la gente e farla ballare”.
Beh, se ci andiamo ad ascoltare la versione di Someday degli Strokes che Julia e la sua di allora band avevano interpretato per Triple j (emittente australiana che ogni venerdi mattina fa esibire artisti che devono interpretare anche una cover a loro piacimento) ci rendiamo conto che la giovane Aussie, per quella esternazione sulle sue tristi canzoni, di ragione ne aveva da vendere!
La band era già  pronta con l’upbeat garage-rock nel DNA, alcuni pezzi già  scritti, un paio di singoli ed eccoci qui a raccontarvi del loro album d’esordio, il self-titled, come dicono dalle loro parti.
Il singolo e pezzo di punta dell’album “Fuckin ‘N’ Rollin” si attaglia perfettamente a quello che è lo stile e lo spirito del gruppo.
Il brano si sviluppa partendo dalla linea di basso a cui si aggiungono via via gli strumenti e la voce di Julia fino allo splendido e quasi inaspettato finale (“Fuckin and rollin, just feels right!”) è   il vero punto di forza del pezzo.
Sin dall’open track “Uncomfortable Teenager” quest’album ci avvolge in una calda e felpata atmosfera, la voce di Julia ci obbliga a seguirla, come topolini nella fiaba del pifferaio: si percepisce il suo desiderio di divertirsi e farci divertire.
Il suo stile da cantante folk rimane palpabile ma viene sviluppato in varie sfumature, anche all’interno dello stesso   brano come nella malinconica “Gap Year”.
“Parks” è il brano che più mi ha colpito, quei continui cambi di ritmo sono fantastici.
Un album che contiene una manciata di potenziali hit, dove la tentazione di saltare al brano successivo è sconosciuta.
Un debutto che possiamo tranquillamente inserire nella lista dei migliori dischi dell’anno e consigliare ai nostri amici come colonna sonora di questa calda estate.

Ci sono, statisticamente parlando, discrete possibilità  che alcuni di noi un giorno si trovi a passeggiare per Sidney, magari nel bel mezzo di una splendida vacanza. Se una sera ci assalisse il desiderio di assaggiare un trancio di pizza locale e per caso, alzando il naso, leggere l’insegna “Frankie’s Pizza” entriamoci senza esitazioni perchè è proprio li che Julia si recò 4 anni fa a festeggiare il suo compleanno. Ci suonava una band di amici e, tra una birra e l’altra, ebbe una strana idea, forse fu solo per gioco ma il giorno dopo i Phantastic Ferniture iniziavano il loro viaggio.