“Il Nuotatore” è il tanto atteso settimo album dei Massimo Volume: affrontare un loro disco è sempre un’impresa solitaria, dove l’ascolto perde la sua dimensione sociale e si immerge in una sfera intimista. Il disco con i suoni di Egle e Vittoria e le idee di Emidio Clementi diventa un volume da sfogliare attentamente. Il sound è oscuro, che riporta ad una stasi di fondo che osservata da vicino è in realtà  puro subbuglio.

Le chitarre e la sezione ritmica sono una radiazione cosmica di fondo, un background sonoro puro, purissimo e viscerale.

L’aria che si respira nel disco è da concept album ma, tranne l’ispirazione di base proveniente da un racconto di John Cheever, non c’è un unico concetto o idea che regge il disco. Il setting è un mondo che ormai ha visto arrivare proprio i barbari, che il trio aspettava in un album passato.

Per raccontare, anzi costruire, un set così i suoni sono strutturati come impalcature che essenzialmente permettono ai racconti di Emidio di arrampicarsi e esplodere in picchi assoluti, come “Amica Prudenza” e “Mia madre e la morte del gen. Josè Sanjurjo”.

Un nuotatore è probabilmente anche la figura più adatta per spiegare come ci sentiamo nel mare magno di immagini, situazioni e personaggi presenti nel disco. La capacità  dei Massimo Volume è sempre quella di non far affogare l’ascoltatore: anche in questo disco, si instaura infatti un piacevole boccheggiare tra realtà  e finzione narrativa che immerge, ma non provoca problemi.

Ascoltare un disco dei Massimo Volume significa iniziare un percorso che non ha un arrivo prestabilito. “Il Nuotatore” ribadisce questa essenza a-geografica della band che si è stabilita, ormai definitivamente, sulla forma di trio.

Le deviazioni sono alla base, le infinite declinazioni di una parola, di un suono, il cambiare degli accenti, tutto questo è vitale e porta uno spessore al disco che dimostra probabilmente che quello che fa una band del genere è unico, non solo a livello italiano dove tra loro e il resto c’è un solco incolmabile, ma a livello internazionale.

I Massimo Volume godono dell’uso di una lingua che, se usata bene, può portarti a scrivere cose come: “Gli disse lei con un misto d’odio e di amore “Più di una scopata facile, Più del gioco in sè, O di una promessa uscita dalle labbra di un traditore, Tornerai domani da chi ti ha reso povero, Gli chiederai un posto da contabile. Nella fabbrica dove fino a ieri sei stato socio“. (La ditta dell’acqua minerale)

In “Il Nuotatore” il trio ha dimostrato di essere totalmente altro rispetto a tutto ciò che circola in Italia in questo momento storico. Il solco è profondo, ma noi speriamo che un disco del genere serva come apripista: un faro nella nebbia, nella confusione della contemporaneità .

La figura del nuotatore è quella di un eroe del quotidiano, che riuscendo a comunicare e ad adattarsi all’acqua può liberamente nuotare, senza cadere a fondo. I Massimo Volume allora tengono a galla tutti noi con la loro musica e grazie a loro, anche io che non so nuotare, sono diventato nuotatore.