Cinque anni di assenza discografica avranno scalfito la verve dei Silversun Pickups? Archiviato il periodo “Neck Of The Woods” ““ “Better Nature” e concluso il produttivo rapporto con Jacknife Lee, hanno coronato un sogno che avevano da tempo: lavorare con Butch Vig. Cosa che si è rivelata più difficile del previsto, visti gli impegni di Vig con i Garbage (che i Pickups hanno supportato in tour). Le due session con l’uomo che ha prodotto “Nevermind” e “Siamese Dream” sono state comunque sufficienti a partorire “Widow’s Weeds”.

I cinque minuti e mezzo di “Neon Wound” in apertura fanno da trait d’union tra passato e presente con atmosfere noir e sintetizzatori, un lungo assolo di chitarra. L’incalzante singolo “It Doesn’t Matter Why” continua sulla stessa falsariga, ingentilito appena dagli archi nella parte centrale. “Freakazoid” è puro dark pop orchestrale, un viaggio negli angoli più oscuri e pericolosi della mente con il frontman Brian Aubert che non nasconde paure e incertezze.

Diversa in ritmi e toni la seconda metà  dell’album. Il pop rock minimale e delicato di “Don’t Know Yet” scivola via senza far male come “Bag Of Bones” del resto (bel testo ma l’arrangiamento non lo valorizza). Il tocco di Butch Vig si avverte soprattutto nelle chitarre aggressive di “Straw Man”, nella spigolosa e angolare “Songbirds”, nel rock muscolare di “We Are Chameleons” e in quello solare della title track: un ritorno alle radici per i Silversun Pickups con le voci di Brian Aubert e della bassista Nikki Monninger che si alternano in un duetto dolce e sferzante.

“Widow’s Weeds” è sicuramente l’album più vulnerabile dei Pickups, segnato dai problemi di alcolismo e dipendenza di Aubert che fanno spesso capolino tra testi più emotivi e viscerali che mai e rivestono le note di una delicata ballata indie come “Simpatico”. Apprezzabile la franchezza con cui vengono affrontati temi di cui si parla ancora troppo poco, soprattutto al maschile, apprezzabile la veste più rock del quartetto ma manca inevitabilmente quella gioiosa coesione di sound e intenti che caratterizzava i Pickups, che restano comunque bei camaleonti delle sette note.

Credit Foto: Claire Marie Vogel