Nel mondo del rock dei giorni d’oggi, se non cerchi nuove traiettorie, sentieri sonori inesplorati, porti con te l’esperienza di vita cercando un tuo stile sempre in mutazione e in miglioramento, cerchi una personalizzazione dell’offerta con estrema cura dei particolari, hai perso in partenza.

Vaglielo a dire a Matt Bigland: me ne sbatto, ti risponderebbe, se ti va bene.

I Dinosaur Pile-Up con questo “Celebrity Mansions”,  primo lavoro  per la Parlophone, decidono di fare quello che sanno fare meglio e quello che gli piace, senza compromessi: rock a presa diretta, tra i vari influssi punk, grunge, metal e pure rap e pop, senza la minima pretesa di creare un qualcosa di nicchia, o di particolarmente elaborato, raffinato o sperimentale. Rock dei più istintivi, al fulmicotone ora come a giri  più ridotti poi, ma non per questo banale e scontato.

E quindi finisce che questo album, per quanto facile ed edibile, diventi un passaggio davvero soddisfacente, di quello che arrivati in fondo, ti viene davvero voglia di ricominciare da capo: perchè ti prende per genuinità  ed impulso, ma anche per fattura, agganci e gusto. Ed è merce sempre più rara.

Pezzi come l’opener “Thrash Metal Cassette”, la title track “Celebrity Mansions” o  “Round The Bend” hanno in dote quel gusto fine ’90/primi 2000 (a tratti, diciamocelo, parecchio Foo Fighters, provare per credere “Pouring Gasoline” o “Black Limousine” che richiama semplicemente col titolo, appunto, “White Limo” di Dave Grohl e soci…)  che non può che calamitare la nostra attenzione, ma non per questo non trasudano vitalità , sincero affiatamento ed energia. Fregandosene del resto,  come dei veri “Professional Freak”, e il pezzo sta lì apposta a ricordarcelo, ce ne fosse bisogno.

Con questo “Celebrity Mansions” i Dinosaur Pile-Up mettono nero su bianco la propria volontà  di non  crescere e di  sbattersene della famosa maturità  artistica, oltre che della già  richiamata personalizzazione del lavoro, men che meno di sorprendere, sbalordire, figuriamoci di esterrefare: e a conti fatti, fottendosene, vanno pure a punto.