Partite con questo progetto nel 2010, le Chastity Belt arrivano a quota quattro gli album con questo nuovo omonimo lavoro uscito un paio di settimane fa per la Hardly Art, sottoetichetta della ben più nota Sub Pop Records, a un paio d’anni di distanza dal precedente, “I Used To Spend So Much Time Alone”.

Prodotto da Melina Duterte (ovvero Jay Som), il nuovo disco vede tre delle quattro componenti della band di Seattle (Julia Shapiro, Gretchen Grimm e Lydia Lund) contribuire ai vocals.

Questa volta le ragazze, però, al contrario che nei lavori precedenti, hanno preferito non utilizzare il loro tipico lo-fi e proporre un sound più pulito e profondo, combinato con un tono più riflessivo e anche alcuni strumenti nuovi (almeno per loro) come synth, violino e tromba.

“Effort”, per esempio, ci sorprende proprio con il suono del violino, utilizzato all’interno di una canzone tranquilla e dalle atmosfere scure.

La successiva “Rav-4”, invece, si muove su territori dreamy decisamente melodici e senza precisi confini di spazio, che sembrano voler cullare l’ascoltatore (qui è evidente il lavoro di produzione della Duterte).

“Drown” è l’unica canzone del disco in cui c’è un cambiamento di velocità  verso l’alto ““ senza mai comunque esagerare ““ pur rimanendo il tono piuttosto cupo e malinconico.

Questo quarto lavoro delle ragazze di Seattle è un lavoro decisamente calmo e, sebbene non presenti i toni più rockeggianti dei loro passati lavori, rimane alquanto godibile grazie soprattutto a buone sensazioni melodiche, belle armonie e un approccio più dolce e meditativo: tre quarti d’ora da ascoltare in tranquillità  per rilassarci e godere di vibrazioni leggere e piacevoli.

Photo Credit: Beto Barkmo