E’ un viaggio intimo e di classe “Nick Drake – Songs In A Conversation”. Il docufilm girato da Giorgio Testi (già  dietro la macchina da presa per Blur, Rolling Stones, Pixies, Savages, Afterhours, di recente Calcutta) segue Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo sulle orme dello sfortunato musicista inglese morto troppo presto lasciando dietro di sè tre album eleganti, maturi, disperati (“Five Leaves Left”, “Bryter Layter” e “Pink Moon”).

Un ricordo affettuoso presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e in onda su Sky Arte il prossimo 25 novembre, ultima tappa di un percorso iniziato quindici anni fa con “Pongmoon. Sognando Nick Drake” e proseguito nello spettacolo “Way To Blue”. Diversi compagni di strada affiancano la chitarra di Bob e il violino di Rodrigo in questi sessanta minuti di musica e parole. Niccolò Fabi, Manuel Agnelli, Piers Faccini, Andrea Appino e Adele Nigro (Any Other) raccontano il loro Drake: dolce, anomalo, vulnerabile, musicista che ti fa sentire a tuo agio senza essere una star. Scelgono e cantano uno o più brani (non sveleremo quali per non rovinare la sorpresa a chi non ha ancora visto il film).

La musica di Drake viene approfondita con rigore e leggerezza, senza trascurare aspetti tecnici che però non sono mai predominanti. Centrale è il rapporto con la natura, soprattutto nella seconda parte di “Songs In A Conversation” quando il viaggio fin qui metaforico diventa reale. Benedetti da Roberto Pisoni (direttore di Sky Arte) e Stefano Pistolini (autore di “Le provenienze dell’amore. Vita, morte e postmorte di Nick Drake, misconosciuto cantautore inglese, molto sexy”) Angelini e D’Erasmo arrivano a Tanworth-in-Arden, cittadina dove Drake è sepolto e incontrano John Wood storico ingegnere del suono dei suoi dischi registrando con lui qualche brano.

Le riflessioni di Wood sul passato e sul presente chiudono idealmente e con un po’ d’inevitabile nostalgia un tributo ricco di emozioni. Nick Drake viene evocato attraverso la sua musica, non compare mai direttamente (ad eccezione dei secondi finali) ed è forse il modo migliore di ricordarlo. Il sogno di Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo è diventato realtà  ed è un gran bel vedere. Dimostra come la musica di Drake sia ormai diventata un patrimonio condiviso da diverse generazioni, un’eredità  da preservare e custodire gelosamente.