Dopo quasi tre anni di attesa interminabile è proprio il caso di dire: dove eravamo rimasti? Finalmente ritorna nelle sale cinematografiche (guai a chi penserà di poter assistere ad un tale spettacolo visivo attraverso una pigra fruizione casalinga tipica di questi anni da pazzo streaming commerciale), il seguito fantascientifico più atteso: “Dune part two”.

Possiamo affermare che questa seconda trasposizione sia quella della consapevolezza definitiva di Paul Atreidis. E’ lui il Messia da tanto atteso dal popolo Fremen e questa presa di coscienza cresce sempre di più all’interno del film. Ne è una riprova l’estasi mistica in cui cade improvvisamente Stilgar, interpretato in maniera fantastica dal sempre bravo Javier Bardem, nel momento in cui costui capisce che Paul è davvero il prescelto.

In questo secondo capitolo, come d’altronde nel precedente, la linea seguita dal regista è sempre quella della visione politica che interseca i vari pianeti in lotta fra loro. La sete di potere per il controllo della materia prima, la volontà di schiacciare popoli nati sui territori ricchi di tale materia e la loro stessa forza di resistere a tal punto da rovesciare i poteri costituiti, sovvertire l’ordine prestabilito, iniziare a tutti gli effetti una guerra santa.

Questo è Dune parte 2. Il tutto come sempre accompagnato da ottime interpretazioni sia in sottrazione come l’Imperatore di Walken, sia nella spettacolare trasposizione a dir poco inquietante e malvagia di Feyd Harkonnen interpretato da Austin Butler.  Una menzione speciale per questo personaggio che per tutta la seconda parte del film ha catturato la nostra attenzione, a tal punto di anelarne la presenza in ogni scena a seguire.

Per noi rimane il fotogramma sfocato di Paul Atreides che cammina nel deserto con il sottofondo delle musiche del solito genio Zimmer, il primo pensiero è andato a Ken il guerriero. Per noi rimangono i grandi spazi del pianeta Arrakis. Per noi rimane in definitiva un’attesa spasmodica del capitolo finale di una saga che merita di essere chiusa come è stata iniziata e sviluppata da Villeneuve.