di Nicola Perina
è senza dubbio una gioia per me poter parlare ancora di un nuovo disco dei Jimmy Eat World, una band che ho sempre stimato e apprezzato, oltre che per la musica, anche per l’integrità con cui, negli anni, ha seguito il proprio percorso senza deviazioni, rimanendo sempre distanti da mode e tendenze di ogni genere, anzi, fungendo da metro di paragone ed esempio per moltissime band emergenti in ambito emo-rock.
Anche in questo nuovo, e decimo, album in studio dei Jimmy è il loro sound a parlare, un sound che, appunto, si è consolidato negli anni ma che, a essere sinceri, con “Chase This Light” scarseggiava talvolta di brillantezza e ispirazione, proprio come accade nelle due tracce che aprono le danze di “Surviving”. Le coordinate che Jim Adkins e compagni tracciano sono quelle di un rock energico a cui anche in passato ci hanno abituato, ma con maggior passione e mano più felice. Per carità niente di orribile, ma ci si passa sopra in fretta, anche perchè ci pensa l’immensa “Delivery” a riportarci, con sorpresa, nei territori di “Futures”, ed è stupefacente quello che accade quando il timing si abbassa e gli arpeggi risplendono sotto la voce passionale di Jim Adkins.
Colpisce, per il carico emotivo che porta con sè, anche la bellissima “Recommit”, che, oltre a contenere un ritornello che di sicuro non farebbe brutta figura vicino alle perle di “Bleed American”, racchiude perfettamente nel testo l’incertezza che hanno i trentenni e quarantenni di oggi quando guardano al loro passato senza riuscire a prendere in mano il presente, come dice il titolo della canzone, “rinviando” appunto. Chiuderei col segnalare “Love Never”, un’altra traccia che fa muovere la testa (sento voglia di “The Middle”) come del resto la maggior parte delle canzoni di “Surviving”.
Sono dunque le chitarre e i ritmi serrati i pilastri su cui si poggiano volentieri i quattro di Mesa, Arizona nel nuovo disco che, in fin dei conti, non delude perchè rimane ancora una volta legato a delle radici sempre più resistenti che la band americana ha saputo mantenere e coltivare nel tempo. Sia chiaro, è ormai fisiologico che la vette raggiunte fino a “Futures” rimarranno inarrivabili, ma “Surviving” infonde ancora la piacevole certezza che “i Jimmy Eat World sono ancora i Jimmy Ear World“…vale la pena ascoltarli dall’inizio alla fine.