Sono passati due anni e mezzo da “Popular Manipulation”, che era uscito nell’estate del 2017, ma questo weekend The Districts sono finalmente ritornati con il loro quarto LP, pubblicato come sempre dalla puntuale Fat Possum Records.

Dopo un lungo tour a supporto della precedente uscita, la band della Pennsylvania si era presa una pausa per riflettere sullo stato attuale del mondo che, come purtroppo capita a tanti, non piace anche a questi ragazzi statunitensi: ora il risultato di ciò è questo nuovo album che suona davvero interessante, per nulla scontato e soprattutto fa uscire i Districts da quella che possiamo definire la loro “comfort zone”.

Partiamo subito con “My Only Ghost” e la scelta si rivela subito azzeccata: handclapping, synth, chitarra acustica e soprattutto un’inaspettata atmosfera angelica che ci mette i brividi sin dai primi secondi, volando leggera sui suggestivi paesaggi melodici che la band di Lititz sa costruire.

Ottimo anche il singolo “Cheap Regrets” dal ritmo veloce e dalle influenze post-punk: energico, deciso, pieno di synth e con ottime melodie e un drumming intenso, ci mette voglia di muovere il famoso piedino e sarà  senza dubbio uno degli highlight dei loro prossimi live-show.

“Descend” sembra un pezzo folk classico e tranquillo fino a quando, nell’ultimo minuto, The Districts non aggiungono rumorosi effetti che creano una fantastica atmosfera; “Dancer”, invece, è pure un brano acustico lo-fi, ma le numerose inserzioni del sax lo rendono speciale e rilassante oltre che ricco di spunti da seguire.

Non possiamo dimenticare di citare “And The Horses All Go Swimming”, in cui i ragazzi della Pennsylvania sperimentano con synth e violini e il risultato, pur potendo sembrare spregiudicato, è a nostro avviso notevole e ci apre gli occhi (e le orecchie) verso le loro nuove visioni sonori.

Assolutamente ricco di spunti, questo “You Know I’m Not Going Anywhere”, senza perdere la classica anima melodica della band statunitense, ci mostra tanti nuovi lati che non conoscevamo e lo fa con classe e intelligenza: nessuna canzone, infatti, risulta banale o fuori luogo e tutti questi quarantaquattro minuti funzionano a meraviglia. Promozione più che meritata per Rob Grote e compagni.

Photo Credit: Shervin Lainez