Stefano Bartolotta e Massimo Fiorio sono due penne che vorremmo sempre vedere su IFB, perchè hanno stile, scrivono bene e sopratutto adorano la musica. Leggere un loro scritto è toccare con mano le emozioni che la musica può e sa trasmettere. Servivano proprio loro per questo articolo. E trovarli insieme, proprio ora, ci emoziona. E’ la prima volta che pubblichiamo una TOP 10 doppia e lo facciamo in una triste occasione, che però cerchiamo di affrontare proprio con quello spirito e quell’approccio che l’artista che andiamo a ricordare ha sempre avuto. Ricordare l’arte e il talento di Adam Schelinger, ecco cosa dobiamo fare adesso. Stefano e Massimo hanno tracciato le loro coordinate musicali di 10 punti per celebrarlo. Non le pubblichiamo insieme per invitarvi a fare un confronto o per parteggiare per l’una o per l’altra, ma proprio perchè questa deve essere l’occasione per riprendere in mano veri   e propri gioielli pop, che continueranno a brillare anche se il loro autore è venuto   a mancare. E per battere  questi sentieri musicali queste due penne erano indispensabili.

Grazie Stefano e Massimo.

Grazie Adam, ci mancherai.

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di Stefano Bartolotta

Adam Schlesinger ci ha lasciati, a soli 52 anni, stroncato da questo maledetto virus. La tristezza è tanta, ma secondo me Adam sarebbe contento se la sua dipartita ci spingesse a riascoltare la tonnellata di melodie irresistibili che ha creato in tanti anni di carriera. Personalmente, so che ha fatto anche tante altre cose ottime al di fuori della band, ma sono legato profondamente ai Fountains Of Wayne e alla sua partnership creativa con Chris Collingwood, per cui farò risuonare per l’ennesima volta la loro perfezione pop. L’occasione è buona per cercare di stabilire gli episodi migliori di una così lucente collezione di canzoni, e, anche se non è per niente facile, ho deciso di provarci.

10 – RICHIE AND RUBEN

2011, da Sky Full Of Holes
Dopo l’unico passo falso della carriera dei Fountains Of Wayen, quel “Traffic & Weather” così debole e fuori fuoco, il ritorno con quello che si rivelò l’ultimo disco della band fu di livello più che discreto, con una buona ispirazione melodica e il caratteristico timbro sonoro e vocale che ritrova smalto e brillantezza. Scelgo il singolo per rappresentare tutto il disco, classico esempio di canzone che, di primo acchito, viene spontaneo definire semplicemente “gradevole“, ma che poi non si riesce a smettere di ascoltare.

9 – THE GIRL I CAN’T FORGET

2005, da “Out-Of-State Plates”
Doppia raccolta di b- side e rarità  assortite, in cui spicca una cover meravigliosa di “Baby One More Time”, con due inediti, uno dei quali è questo. Canzone che sa mettere inevitabilmente il buonumore, non solo grazie alla melodia contagiosa e alla brillantezza di armonie sonore solari e splendenti, ma anche a un testo che racconta una storia comune in un modo particolarmente coinvolgente e facendo sì che l’happy ending venga vissuto con gande trasporto dall’ascoltatore.

8 – ALL KINDS OF TIME

2003, da “Welcome Interstate Managers”
Ballata struggente, coi toni umbratili che si appiccicano all’anima, e un testo che parla di un giovane giocatore di football americano che si trova in difficoltà  ma vede all’ultimo momento utile il compagno libero e lo serve in un’atmosfera tipica da “Momenti di gloria”. Serve altro per finire in Top 10? Direi di no.

7 – SINK TO THE BOTTOM

1996, da “Fountains Of Wayne”
Uno dei singoli più popolari della band, colpisce nel segno per il suo contrasto tra atmosfera allegra e testo in cui invece si parla di voler affondare il più possibile, certo con la persona amata, in una sorta di ripresa del concetto di “There Is A Light That Never Goes Out”. Quelle leggere distorsioni di chitarra messe lì al punto giusto rendono il contrasto particolarmente credibile, e così fa la leggera ruvidezza del timbro vocale.

6 – TROUBLED TIMES

1999, da “Utopia Parkway”
Altra ballata nella quale il grigio ha la prevalenza sul colore, e che ha delle armonie semplici ma talmente ben congegnate che non possono non toccare le corde più profonde di chi ascolta. Anche qui, il ruolo dell’arpeggio leggermente distorto è fondamentale, così come in generale è importantissimo per la resa complessiva un dinamismo sonoro che non va mai in primo piano, ma che sullo sfondo crea i ricami giusti.

5 – STACEY’S MOM

2003, da “Welcome Interstate Managers”
Di gran lunga la canzone più famosa del gruppo, è innegabilmente ruffiana, però ha una capacità  fuori dal comune di rendere al meglio la situazione descritta del testo. Tutti gli elementi concorrono a far vivere in modo davvero realistico l’infatuazione del teenager nei confronti della mamma della sua amica, non solo il testo in sè, ma anche, se non soprattutto, la melodia, le armonie e le tonalità  vocali e strumentali. Un grande esempio di canzone divertente e di qualità .

4 – RED DRAGON TATTOO

1999, da “Utopia Parkway”
Anche qui c’è una situazione ben precisa, resa perfettamente grazie a tutti gli elementi che vanno a comporre la canzone. Non è molto comune cantare di un ragazzo che si fa un tatuaggio per impressionare una ragazza, ma qui Adam e Chris lo fanno con le immagini giuste e con la solita perizia nel mettere insieme melodia, suoni e colori.

3 – MEXICAN WINE

2003, da “Welcome Interstate Managers”
Qui il testo è più surreale che rivolto a situazioni di vita reale, ma ha uno scopo decisamente alto, ovvero quello di esorcizzare il dolore dato da situazioni legate a morti improvvise e causate da eventi improbabili. Ancora una volta, è tutto l’insieme degli elementi musicali a risultare decisivo per la riuscita della difficile missione, e personalmente questa è stata la prima canzone a cui ho pensato quando ho appreso la terribile notizia.

2 – SICK DAY

1996, da “Fountains Of Wayne”
Mirabile esempio di rappresentazione di quella malinconia dovuta al ripetersi ossessivo di una routine quotidiana, che, senza che ce ne accorgiamo, ci va sempre più stretta fino a soffocarci prima che possiamo farci qualcosa, questa canzone commovente è decisamente destinata a lasciare il segno su chiunque la ascolti. Una serie di immagini realistiche e una melodia tra le più riuscite di tutto il repertorio della band esprimono con rara efficacia quanto i disagi apparentemente piccoli legati al ripetersi sempre uguale delle giornate possano, in realtà , essere più grandi di quello che sembra.

1 – DENISE

1999, da “Utopia Parkway”
La canzone dallo spettro sonoro più ampio merita di stare in cima alla lista. Passare con disinvoltura dall’acidità  della strofa, all’energia del bridge, alla spensieratezza del ritornello non è roba da tutti, e Adam e Chris riescono qui a far convivere mondi diversi con un’armonia perfetta. Anche il testo è particolarmente riuscito, con il racconto di quanto la persona che amiamo possa portare con sè mille stranezze, ma noi non possiamo fare a meno di esserne innamorati. Un autentico capolavoro, un gioiello brillantissimo, uno spettacolo di canzone.

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di Massimo Fiorio

Quando l’altra sera un amico mi ha girato il link di Variety che parlava della morte di Adam Schlesinger vorrei dirvi che ho reagito da persona adulta, invece ho risposto così: “NOOOOOOOO, [bestemmia], NO NO NONO, [la stessa bestemmia a parole invertite]!!! [Bestemmia] che botta, quanto amore per i Fountains of Wayne! Ecco, adesso non ascolterò altro nei prossimi giorni“. E ho iniziato subito: dall’una alle cinque di notte tra Spotify e YouTube, guardando spezzoni di concerti, ascoltando b-side, colonne sonore, leggendo mille articoli e tweet di gente triste come me. Gente come Tom Hanks e Stephen King, tra gli altri. Ho pianto un pochetto. Adam Schlesinger sicuramente sarebbe piaciuto e piacerà  anche a voi, se non avete idea di chi sia. Qui ho scelto 10 canzoni che spero possano piacervi.

10 – WAY BACK INTO LOVE

2007, da “Music and Lyrics OST”
Una canzone che avevo amato tantissimo quando era uscito questo film e che nelle ultime dodici ore credo di aver riascoltato forse ottocento volte. Le melodie di Schlesinger sono tra le cose che più amato negli ultimi 20 anni. E poi dai, è impossibile non amare Hugh Grant.

9 – MEXICAN WINE

2003, da “Welcome Interstate Managers”
Ero indeciso se mettere questa o “Stacy’s Mom” dal loro terzo disco ma ho scelto questa perchè, essendo la prima traccia del disco, quando l’ho messo nello stereo e l’ho sentita ho pensato “Oddio, anche questo disco sarà  un capolavoro“. Purtroppo così non è stato, almeno se paragonato ai primi due, ma questa è perfetta dalla prima all’ultima nota.

8 – RED DRAGON TATTOO

1999, da “Utopia Parkway”
Ho scoperto i FoW con questo disco (prestatomi e poi vendutomi da un amico) e ci sono tre canzoni che amo alla follia. Questa, tra le tre, è quella che amo meno, ed è comunque clamorosa. Sia chiaro: tutto il disco è meraviglioso.

7 – THAT THING YOU DO

1996, da “That Thing You Do OST”
Negli anni ’90 era obbligatorio andare al cinema a vedere qualsiasi film con Liv Tyler, almeno per me. Ancora ricordo perfettamente quando avevo visto “Music Graffiti” (titolo italiano di That Thing You Do), al Multisala Cristallo di San Bonifacio (VR): in tutta la sala eravamo solo io, la mia ragazza e un nostro amico. Da allora non l’ho più rivisto ma questa canzone non è mai uscita dal mio cuore.

6 – PROM THEME

1999, da “Utopia Parkway”
Mi sarebbe sempre piaciuto fare il lavoro di quelli che scelgono le canzoni da mettere nelle serie tv: questa l’avrei usata un miliardo di volte.
Pur non avendo mai preso parte a un prom, la prima volta che ho ascoltato questa canzone ho subito ripensato ad alcuni amici e amiche del liceo e a come fossero già  passati tre anni dall’ultima volta in cui li avevo visti. Ora di anni ne son passati altri 21 ma questa canzone mi emoziona esattamente come allora.

5 – LEAVE THE BIKER

1996, da “Fountains of Wayne”
Dai, come puoi non amare un pezzo con un ritornello come “He’s got his arms around every man’s dream and crumbs in his beard from the seafood special“?

4 – I WANT AN ALIEN FOR CHRISTMAS

1997, da “I Want an Alien for Christmas CD single”
Stavo per dimenticare questa: avevo già  preparato la classifica, poi mi son messo a controllare meglio e fortunatamente l’ho ritrovata. Scoperta grazie a Napster (esattamente come il primo disco loro, abbastanza introvabile a fine anni ’90 dalle mie parti). Non c’è molto da dire: ascoltatela e innamoratevi pure voi.

3 – DENISE

1999, da “Utopia Parkway”
Primissima canzone dei FoW sentita in vita mia. Quei shallalallala, do you do you oooohhh, quei suoni, quella melodia. Strofe perfette, preritornelli perfetti, ritornelli perfetti. Per fortuna che quella volta quell’amico ha pensato bene di prestarmi “Utopia Parkway”!

2 – SINK TO THE BOTTOM

1996, da “Fountains of Wayne”
Quanto è anni ’90, quanto è tutto bello. Per le prime due canzoni di questa classifica non ho molto da dire, son talmente belle che parlano da sole.

1 – PLEASE DON’T ROCK ME TONIGHT

1996, da “Fountains of Wayne”
La più bella, semplice.