Non credo di dire una bestemmia affermando che il miglior punk rock statunitense sia stato prodotto nel corso dei tumultuosi (ma gloriosi) anni ’80. Eppure spesso, pensando ai protagonisti principali del genere, i nomi che tornano in mente sono quelli di coloro che, nel decennio successivo, riuscirono ad appropriarsi della lezione dei maestri, renderla accessibile al grande pubblico e guadagnare una montagna di denaro.

Questo essenzialmente perchè alla fine dello scorso millennio molti di noi erano ragazzini che trascorrevano i propri pomeriggi davanti a Videomusic o MTV. Delle qualità  intrinseche del punk non ce ne fregava nulla; ci interessavano le chitarre elettriche, i motivetti orecchiabili e quel pizzico di ribellione che perlopiù era solo apparenza.

Ma non fu sempre questo il caso. I non più giovanissimi ricorderanno alla perfezione gli ancora vivi e vegeti Rancid. Il loro logo capeggiava sulle magliette di tutti i liceali un po’ trasandati ma fichi, ovvero quelli che se la “scoattavano” con piercing e taglio alla Mohawk. Pur appartenendo allo stesso giro di superstar quali Offspring e Green Day (prima del trionfo con “Dookie”, tra l’altro, Billie Joe Armstrong fu a un passo dall’entrare a far parte del gruppo), sono da sempre considerati una sorta di baluardo contro lo strapotere delle major.

I tentativi per strapparli dalle grinfie della piccola (ma neanche tanto) Epitaph di Brett Gurewitz furono molteplici. Gira addirittura una leggenda su una Polaroid piccante inviata da Madonna per convincere la band a firmare per la sua Maverick Records. Stoicamente i Rancid declinarono tutte le offerte delle grandi etichette discografiche, con l’obiettivo di restare fedeli allo spirito anti-establishment di quel punk da loro interpretato sempre in maniera fedele e genuina. La decisione costò poco e nulla: nel 1995 l’album “…And Out Come the Wolves” trascinò la creatura di Tim Armstrong, Lars Frederiksen, Matt Freeman e Brett Reed nelle posizioni alte della Billboard 200, realizzando un miracolo che oggi sarebbe impossibile ripetere.

La copertina del lavoro, palesemente ricalcata sul modello di quella iconica dell’EP di debutto dei Minor Threat, racchiude tutti i pregi e i difetti del quartetto californiano. Non solo fedeli alla linea, difensori delle radici e maestri rispettosi del genere; ma anche artisti assai poco originali, da alcuni malvagi considerati alla stregua di una fotocopia stinta dei Clash.

Il modo in cui Armstrong, da ormai trent’anni, imita l’accento cockney di Joe Strummer è effettivamente molto fastidioso. Ma al cospetto di diciannove tracce di questo livello, che importanza ha? A distanza di un quarto di secolo dalla sua pubblicazione, “…And Out Come the Wolves” resta una delle pietre miliari del punk rock a stelle e strisce degli anni ’90. Le canzoni sono coinvolgenti, intense, gioiose e appassionanti, nate forse con l’obiettivo di rendere ogni live un immenso party alcolico.

La voglia di vivere che scorre nelle vene dei giovani Rancid si trasforma in pura energia in brani da cantare tutti in coro come “The 11th Hour”, “Olympia WA.” e “Maxwell Murder”, il fulminante duetto tra Frederiksen e Armstrong che apre le danze e ci regala pure il consueto fantasmagorico giro di basso ““ e assolo! ““ del virtuoso Freeman.

I quattro di Berkeley fanno le facce da duri ma, in fondo in fondo, lo capisci che il loro unico scopo è quello di scrivere melodie e ritornelli accattivanti. A renderlo evidente sono i tre famosissimi singoli estratti dall’opera: “Roots Radicals”, “Ruby Soho” e “Time Bomb”, uno dei pochissimi pezzi ska punk che ancora riesco ad ascoltare senza farmi venire un’orchite.

Rancid ““ “…And Out Come the Wolves”
Data di pubblicazione: 22 agosto 1995
Tracce: 19
Lunghezza: 49:39
Etichetta: Epitaph
Produttori: Jerry Finn, Rancid

Tracklist:
1. Maxwell Murder
2. The 11th Hour
3. Roots Radical
4. Time Bomb
5. Olympia WA.
6. Lock, Step & Gone
7. Junkie Man
8. Listed M.I.A.
9. Ruby Soho
10. Daly City Train
11. Journey To The End Of The East Bay
12. She’s Automatic
13. Old Friend
14. Disorder And Disarray
15. The Wars End
16. You Don’t Care Nothin’
17. As Wicked
18. Avenues & Alleyways
19. The Way I Feel