Gli Still Corners sono tornati con questo loro quinto LP: il duo anglo-americano composto da Tessa Murray e Greg Hughes prosegue con naturalezza nel suo viaggio tra influenze cinematiche, atmosfere dreamy e un tuffo nel deserto a cui fanno riferimento alcune delle undici canzoni comprese nel disco (“White Sands”, “Shifting Dunes”).

“The Last Exit”, che apre il disco, è un’ottima introduzione di quello che ci aspetta in questa quarantina di minuti: immediatamente ci sembra di trovarci nella colonna sonora di un vecchio film western. La strumentazione sapientemente creata dal musicista statunitense è avvolgente e la voce calda e seducente della bionda inglese disegna melodie incantevoli.

“White Sands” si apre con suoni dal sapore orientaleggiante e prosegue poi il suo cammino in maniera decisa grazie a un drumming intenso in continua crescita: non mancano le emozioni e i brividi di atmosfere desertiche assai intriganti.

Il tocco noir, che ben definisce il loro suono, si puo’ notare perfettamente su “A Kiss Before Dying”, un pezzo pieno di romanticismo e di delicate e cupe sensazioni cinematografiche.

“Static” poi ci sposta verso un incantato mondo dream-pop dalla grandissima dolcezza: mentre continuiamo a sognare, possiamo godere delle sue melodie scure e riflessive, ma gentili e dal buon sapore poppy oltre che della calda e sempre angelica voce di Tessa.

“It’s Vodoo” poi si sposta verso panorami sonori più psichedelici, mentre la sei corde di Hughes ci ricorda da molto vicino quella di un certo Mark Knopfler.

Ci fa sognare questo “The Last Exit” e pensiamo che potrebbe diventare un ottimo compagno di viaggio per lunghi viaggi, reali o immaginari che siano, verso territori senza confini: le immagini dell’America e delle sue lunghe strade descritte nelle canzoni degli Still Corners e i toni scuri, ma caldi dei vocals di Tessa ci coinvolgono e ci regalano deliziosi momenti di tranqullità  e pace. Davvero tanto soprattutto in un periodo così duro come quello che stiamo vivendo.

Photo Credit: Bernard Bur