Ogni mese escono valanghe di dischi. Pure troppi a volte. Starci dietro non è facile, nemmeno per noi. Così sulla nostra personale agenda ne abbiamo selezionati, in anticipo, dieci che, forse, potrebbero (nel bene o nel male) colpirci. Magari ci sbagliamo, ma la buona volonta ce l’abbiamo messa.

STEREOPHONICS
Oochya!
[Ignition Records]
Release date: 4 marzo

Oochya! è un modo che io e la band eravamo soliti usare in studio per dire ‘Facciamolo!'”, ha spiegato Kelly Jones: “Una scarica di energia e di ottimismo. E’ nato mentre scavavo negli archivi per cercare una canzone per una compilation e mi sono imbattuto in canzoni che non avevamo mai pubblicato. Tre canzoni su quattro di Oochya! vengono proprio da lì e la cosa mi ha spinto a scrivere altri brani. La cosa divertente è che quelli che hanno già  ascoltato l’album dicono che suona come se fosse un ‘Best Of’ ma di canzoni che non avete mai sentito prima. E’ come un mixtape con un sacco di stili differenti”.

BAND OF HORSES
Things Are Great
[BMG]
Release date: 4 marzo

“Things Are Great” è un titolo decisamente ottimista e davvero speriamo che il sesto album dei Band Of Horses lo sia, visto i tempi che corriamo. Scritte per la maggior parte prima della pandemia, le dieci canzoni sono state coprodotte da Ben Bridwell, che ha chiamato a se alcuni ospiti di tutto rispetto tra cui Jason Lytle dei Grandaddy, Dave Fridmann e Dave Sardy, inoltre per la prima volta ha lavorato con l’ingegnere Wolfgang “Wolfie” Zimmerman.

THE WEATHER STATION
How Is It That I Should Look At The Stars
[Fat Possum]
Release date: 4 marzo

“How Is It That I Should Look At The Stars” è un disco introspettivo di canzoni scritte insieme a quelle apparse su “Ignorance”. Non vuole essere un seguito, ma un pezzo di accompagnamento, un pezzo di riflessione e di quiete, destinato a mantenere l’immobilità  nel dopo. è stato registrato dal vivo, come una performance; un’improvvisazione, con un gruppo di musicisti jazz di Toronto. L’ho immaginato come un disco di ballate; semplice, puro, quasi ingenuo, ma che parla a molte delle stesse realtà  di “Ignorance”. Vedo i due album come due metà  della stessa moneta, la luna e il sole, una fotografia e un negativo”: le parole dell’artista ci solleticano non poco.

WIDOWSPEAK
[Captured Tracks]
Release date: 11 marzo

Le note stampa ci dicono che “The Jacket” sarà  un album dal respiro molto ampio, che bilancia momenti di aperta lussuria con un approccio diretto. Le canzoni si spostano senza soluzione di continuità  tra ballate delicate e alla deriva e jam costruite da chitarre stratificate, percussioni polverose e linee di basso ambigue. La chitarra di Thomas è lirica ed emotiva come non lo è mai stata e la voce di Hamilton confortevole e senza sforzo. Questa dinamica è amplificata perfettamente nel mix da Chris Coady (Yeah Yeah Yeahs, Beach House). La band esalta ancora le sue influenze di sempre: Yo La Tengo, Neil Young, Cowboy Junkies, Cat Power, Richard e Linda Thompson. Ancora una volta troveremo slow-core, dream-pop, pacific northwest indie e outlaw country, con il risultato di un’estetica 60s-meets-90s.

THE BOO RADLEYS
Keep On With Falling
[Boostr]
Release date: 11 marzo

Come per tutta la musica dei Boo Radleys, non ci sono statielimitazioni sulla struttura, sugli strumenti e sui suoni, ma questa volta avevamo tutti la libertà  di esprimere i nostri pensieri sulla musica che stavamo facendo“. Forse il riferimento della band è proprio legato all’ assenza di Martin Carr, principale autore, che precedentemente filtrava ogni brano in base alla sua attitudine e al suo sentire. Ora i Boo sembrano meno visionari e complessi, ma più lineari, più semplici se vogliamo, legati a una piacevole estetica neo-psichedelica che non ci dispiace affatto.

FEEDER
Torpedo
[Big Teeth Music]
Release date: 18 marzo

Così ci anticipano le note stampa: lo slancio è stato qualcosa che è mancato a molti artisti negli ultimi 18 mesi. Per i Feeder, il conseguente intorpidimento nelle fasi iniziali ha inevitabilmente portato a un periodo insolitamente privo di ispirazione per la band e per il songwriter Grant Nicholas. La band gallese, tuttavia, è sempre stata maestra nello sposare la luce e l’oscurità  ““ illuminando gli angoli ombrosi del suo mondo per scoprire qualcosa di commovente ed edificante ““ il che significa che non è passato molto tempo prima che le condizioni diventassero una tempesta perfetta per far scattare il fulmine dell’ispirazione e presto si sono materializzate canzoni per addirittura due album. I primi assaggi ce li mostrano belli carichi!

MIDLAKE
For the Sake of Bethel Woods
[Bella Union]
Release date:
18 marzo

La Bella Union descrive così il disco: perdita e speranza, isolamento e comunione, cessazione e rinnovamento dello scopo. Senza tempo e salienti, questi temi riecheggiano nel quinto album dei Midlake, il loro primo da “Antiphon” nel 2013. Prodotto da John Congleton, “For the Sake of Bethel Woods” è un album di coinvolgente calore e mistero, realizzato da una band di ardenti cercatori, una delle migliori della nostra generazione: una band un tempo temuta dai fan, forse, ma qui rivitalizzata con freschezza di intenti.

PLACEBO
Never Let Me Go
[SO Recordings]
Release date:
25 marzo

“Never Let Me Go”, disponibile dal prossimo 25 marzo arriva a ben 9 anni di distanza dal precedente “Loud Like Love”. Un tempo lunghissimo per una band così amata. Le prime anticipazioni ci piacciono, siamo ovviamente fiduciosi e non vediamo l’ora di vederli live anche in Italia…

DESTROYER
Labyrinthitis
[Merge]
Release date:
25 marzo

Ecco cosa ci dicono le note stampa: il disco è un viaggio in profondità  nel paese inesplorato di Dan Bejar. Trabocca di terreno mistico e inebriante, i fili delle note di Bejar sono intessuti da una carrellata di allusioni allo stesso tempo stranamente familiari e intimamente perplesse. Più che un puzzle arcano per l’ascoltatore, l’album si snoda attraverso un territorio sconosciuto anche per Bejar. Scritto in gran parte nel 2020 e registrato la primavera successiva, l’album trova più spesso Bejar e il frequente collaboratore John Collins alla ricerca di artefatti mitici sepolti da qualche parte sotto la pista da ballo, dalla spirale scintillante di “It Takes a Thief” alla beatitudine del collage Books-iano della title track. Le idee iniziali delle canzoni sono partiti da spunti di band come Art of Noise e New Order.

HALDOUS HARDING
Warm Chris
[4AD]
Release date: 25 marzo

Aldous Harding è pronta a farci sognare con la sua intensità , mai mancata in questi anni. “Warm Chris” è il seguito dell’acclamato “Designer” del 2019. Per “Warm Chris”, la musicista neozelandese di Aotearoa si è riunita con il produttore John Parish, continuando una partnership professionale iniziata nel 2017 che ha forgiato corpi di lavoro fondamentali (“Party” del 2017 e il già  citato “Designer”). Tutte le dieci tracce sono state registrate ai Rockfield Studios in Galles, l’album include contributi di H. Hawkline, Seb Rochford, Gavin Fitzjohn, John e Hopey Parish e Jason Williamson (Sleaford Mods).