Il pilastro degli Oasis ““ nonchè, re del Britpop e compositore di inni del calibro di “Don’t Look Back In Anger”, “Wonderwall” e “Live Forever” – sta per spegnere 55 candeline.
Dopo la disastrosa e fatale serata di Parigi nell’Agosto del 2009 – che vede interrompere il cammino del grande gruppo di Manchester – Noel Gallagher intraprende una carriera solista che, ad oggi, ci ha regalato tre album ed altre varie pubblicazioni minori. In questo nuovo cammino, vediamo le composizioni del cantautore mancuniano evolversi, inglobando influenze elettroniche, psichedeliche, dance…; pur non rinunciando a melodie plasmate con un’argilla di lunga data che riesce ancora ad emozionare.
Al momento, The Chief sta registrando il quarto disco solista, che ““ a sua detta ““ avrà  un suono molto orchestrale e pare che potremo averlo sul nostro scaffale nel giro di un anno, circa.

Noi di IndieForBunnies lo celebriamo una selezione di dieci brani (più uno) degli High Flying Birds.

Bonus Track – The Right Stuff
2015, da “Chasing Yesterday”

«Quando la ascolterete, penserete che sia la cosa più remota da Supersonic che avreste potuto sentire. »

Il remix di “Falling Down” degli Amorphous Androgynous lasciò stupefatto Noel al punto che volle collaborare con loro. Purtroppo, il risultato finale non soddisfò il musicista mancuniano, che non ha ancora intenzione di far sì che il pubblico ascolti ciò che ne venne fuori – anche se un’idea se la si potrebbe fare ascoltando “Shoot An Hole Into The Sun”.
Quantomeno, quelle sessioni saranno d’ispirazione per le sonorità  del suo secondo disco solista, “Chasing Yesterday”. Tra i brani ripresi (e riadattati) dalle registrazioni col duo ecclettico, c’è “The Right Stuff”: un’immersiva psichedelia, vellutata di jazz e soul, che potrebbe sorprendere persino gli orecchi più raffinati.

Chiudete gli occhi, al resto ci pensa la musica.

Out of the blue, I heard an angel say
“Give me your soul and I’ll be on my way”

10. AKA… Broken Arrow
2011, da “Noel Gallagher’s High Flying Birds”

Le parole di un animo struggente vengono cantante su un jangle acustico. No, non stiamo parlando di un pezzo degli Smiths; ma, forse, non è un caso se nei piani iniziali per il brano rientrasse proprio la collaborazione con Johnny Marr.

But all the lies that they have told me,
they make me wanna shiver

9. Alone On The Rope
2018, da “If Love Is The Law”

Registrata per il disco omonimo del 2011, per poi essere rilegata a traccia bonus per l’acquisto digitale dell’album. Sbarcherà  su supporto fisico solo nel 2018, come b-side di “If Love Is The Law” (ultimo singolo di “Who Built The Moon?”); ottenendo, così, una pubblicazione dignitosa.

La posatezza acustica di una melanconia “noeliana” che racconta di solitudine, di nostalgia e di sguardi mai più rivisti.

Still recall the way you were
And that look in your eyes

8. The Man Who Built The Moon
2017, da “Who Built The Moon?”

Nel 2015 usciva nelle sale cinematografiche, “The Hateful Eight” – film del noto regista Quentin Tarantino. L’ex Oasis si imbattè nel manifesto del film, che catturò la sua attenzione. «Scriverò una canzone su quei tizi nel poster » – pensò.
Si deve, invece, la melodia impetuosa alle musiche di John Barry composte per la serie di film su James Bond.
Completarla fu tutt’altro che un gioco da ragazzi. David Holmes – il produttore con la quale stava lavorando – lo costrinse a scrivere un ritornello originale: che non sia nè troppo Oasis, nè troppo High Flying Birds. Ci vollero ben otto tentativi prima che trovasse quello giusto.

We were lying low
Got nowhere to go
And any road will get us there

7. Flying On The Ground
2021, da “Back The Way We Came: Vol 1 (2011-2021)”

Un inedito per la raccolta che celebra il decennale dei Noel Gallagher’s High Flying Birds.
La raccomandiamo a chi è solito sbruffare ascoltando l’ennesima canzone scritta riusando gli accordi di “Wonderwall”: con i suoi rintocchi orchestrali alla Bacharach, i cori femminili e le finissime pennellate di chitarra”… suona fresca e liberativa come una boccata d’aria.

Una rassicurazione del fatto che – nonostante qualche passo falso negli ultimi tempi – The Chief sia ancora capace di regalarci perle.

Like a lonely soul on an empty sea
Behind a setting sun, I bet you can’t find me

6. While The Song Remains The Same
2015, da “Chasing Yesterday”

Manca una settimana all’uscita del secondo disco solista e The Chief si ritrova a dover decidere entro un paio d’ore il titolo del nuovo disco.
«L’avrei chiamato “Wheat is Murder” o “Dark Side of the Room”, ma Bono mi ha convinto a non farlo. ».

Sarà  proprio una frase del testo di questa canzone ad avere il pregio di intitolare il disco intero. Una frase che in realtà  vuole implicare l’esatto opposto del proprio significato letterale: lasciarsi il passato alle spalle e inseguire a ciò che sarà .

Una danza frenetica e, al contempo, amarognola; ispirata dai mutamenti urbani di cui il nostro caro si accorge ripercorrendo un tragitto a lui familiare della sua amata Manchester.
Degna di nota è la versione acustica suonata nelle “Once in a Lifetime Sessions” (2018).

It’s a shame how a memory fades to grey
We let love get lost in anger, chasing yesterday

5. Let The Lord Shine A Light On Me
2011, da “AKA… What A Life”

Inizia con delle estasianti pennellate acustiche che rimbombano nei meandri di una dimensione ultraterrena, per poi implodere con un canto soul che rimanda a “The Great Gig In The Sky”.
Eppure, si tratta soltanto di un b-side (tipico di Noel, tutto nella norma).

Now the voices in the distance
Try to sing my soul to sleep
But I’m drifting in the silence

4. If I Had A Gun…
2011, da “Noel Gallagher’s High Flying Birds”

Nel 2009, prima di suonare con gli Oasis nello Stadio Nazionale del Perù, Noel si trova seduto nella sua stanza d’albergo a Lima. Cominciando a strimpellare gli stessi accordi di “Wonderwall”, viene fuori un motivetto niente male. Deciderà  di provarla in un soundcheck. Sarà  amatorialmente registrata da un fan e pubblicata su Internet. Durante quel tour, trapeleranno – allo stesso modo – anche altri due inediti: “Everybody’s On The Run” (anch’essa futuro singolo del disco omonimo) e “Don’t Stop…” (rilasciata come demo degli Oasis durante la quarantena del 2020).

«Una sera mi trovavo a Londra e qualcuno mi ha chiesto: “Ma tu hai una canzone che si chiama “If I Had a Gun”?” E io ho risposto: “Non è possibile che tu lo sappia, cazzo!”. Mi ha risposto che l’aveva ascoltata su internet. Così sono andato su YouTube, ed eccola lì. »

Certe canzoni si possono dedicare solo alla persona più importante della nostra vita.
“If I Had A Gun” è una di queste.

Hope I didn’t speak too soon
My eyes have always followed you around the room

3. Riverman
2015, da “Chasing Yesterday”

Tra un bicchierino e l’altro, Morrisey chiede a Noel quale fosse il titolo della canzone che il CD ““ una compilation di canzoni scelte dall’ex Smiths che faceva da sottofondo – stava passando. Il suddetto sembra non conoscerla. Scoprì che si trattò di un singolo di Brian Protheroe, “Pinball” (1974).
Il cantautore mancuniano viene ispirato dal brano (dal sassofono, in particolare) al punto che inizia a scrivere qualcosa di simile. Ci inserirà  persino due assoli di sassofono:
«So che sarò accusato di un crimine. Ma che si fottano! Nessuno mi dice cosa non fare. E quando ascoltate il sassofono, fatemi il favore di non pensare al tipo dei Spandau Ballet. ».

Una prelibatezza di patina blues, impreziosita anche dall’assolo di Johnny Marr – che collaborerà  ancora in “The Ballad Of The Mighty I” e, nel disco successivo, in “If Love Is The Law”.

Like a memory that fades
She slipped away again

2. The Dying Of The Light
2015, da “Chasing Yesterday”

Nota a molti ben prima della sua pubblicazione ufficiale col nominativo di “It Makes Me Wanna Cry” (già , si tratta di un’altra canzone registrata durante un soundcheck e finita in rete).

Basterebbe soltanto citare il titolo di questa melodia addensata in una malinconia che cerca un calore dal freddo, per veder gli occhi di molti fan del chitarrista inglese ringalluzzirsi e brillare.

Ci sarebbe poco da dire, solo da ascoltare.

And I was told
That the streets were paved with gold
And there’d be no time for getting old when we were young

1. Dead In The Water
2017, da “Who Built The Moon?”

Siamo nel 2015 e “Chasing Yesterday”, il secondo disco solista, era appena stato pubblicato. Il nostro amato musicista di Manchester si ritrova a Dublino a registrare un’esibizione di “Dying Of The Light” per una radio. Una volta finita, chiede se ci fosse tempo per suonarne un’altra e – ricevendo l’assenso da dietro le quinte – coglie l’occasione per provare quel brano nuovo col capotasto sul terzo tasto e quattro accordi. Tutto si ferma.
Il tempo scorre e, intanto, The Chief ha ormai ultimato il suo terzo disco “Who Built The Moon?”. Si rende conto di non aver materiale aggiuntivo per la versione estesa, al che un collaboratore gli ricorda proprio di questo brano – che stava rischiando di essere dimenticata nell’oblio. Riescono, dunque, a reperire quest’esibizione meravigliosamente suggestiva registrata tempo addietro, di questa ballata acustica, lenta, struggente e melanconica. Infatti, Noel decide di non registrarla: non è facile poter replicarne la magia.

Ed è così che, agli sgoccioli, viene inserita in “Who Built The Moon?”: scelta che vuole, anche, non lasciare a mani vuote i fan meno pronti alle nuove sperimentazioni neo-psichedeliche ed elettroniche del disco.

Se non ti sciogli, non hai un cuore.

I’m waiting for the calm as the storm is getting under my skin
I’m trying to fix the hole in my head where the rain gets in

Photo: Sharon Latham