Credit: Gabri Guerrero (CC BY 2.0)

E’ sempre un piacere ritrovare Micah P. Hinson dal vivo: il quarantaduenne musicista nativo di Memphis, ma ormai di stanza in Texas da tanti anni per fortuna passa spesso in Italia e oggi suonerà al Bronson di Ravenna, un luogo in cui ha già suonato numerose volte e a cui è molto legato.

Questa è la penultima delle otto date del suo tour nel nostro paese a supporto del recente decimo LP, “I Lie To You”, uscito a dicembre per l’italiana Ponderosa Music Records: registrato in Irpinia in appena cinque giorni, il disco è stato prodotto da Alessandro “Asso” Stefana dei Guano Padano, già collaboratore di PJ Harvey e Mike Patton.

Ad accompagnarlo sul palco della venue romagnola, stasera pienissima e molto vicina al sold-out, ci sono due musicisti italiani, il già citato Stefana (banjo, lap-steel, piano) e Paolo Mongardi dei Fuzz Orchestra (batteria).

Sono proprio i suoi due compagni di viaggio ad arrivare sullo stage per primi, quando l’orologio segna ormai le dieci e quaranta, ma vengono raggiunti poco dopo anche da Micah: è “Wasted Days And Wasted Nights” ad aprire la serata. Hinson è accompagnato dalla sua fedele acustica, supportata in questa occasione da banjo e batteria: la sua profonda voce colpisce immediatamente e arriva dritta al cuore dei presenti, regalando malinconia ed emotività in dosi ben maggiori che sul disco.

Le emozioni proseguono anche poco dopo con “Carelessly”, altro brano estratto dal suo lavoro più recente: se l’inizio è tranquillo, poi la strumentazione diventa più vivace e si apre maggiormente verso territori country-folk con percussioni e lap-steel, senza perdere nulla della sua bellezza sebbene manchino gli archi della versione originale.

Splendida e toccante anche la ballata folk “Walking On Eggshells”, dove le percussioni di Mongardi sembrano appena sfiorate, mente il banjo accompagna la chitarra di Hinson che, attraverso i suoi vocals, colpisce in profondità i numerosi fan romagnoli, che infatti rispondono con un lungo applauso alla fine della canzone.

La successiva “Tell Me It Ain’t So”, dal vecchissimo “Micah P. Hinson And The Red Empire Orchestra” (2008), ha invece una strumentazione più ricca quasi orchestrale, ma senza perderne sotto il profilo dei sentimenti.

Dopo un paio di canzoni in versione solo, tornano sul palco anche Stefana e Mongardi per la cover di “Please Daddy, Don’t Get Drunk This Christmas” di John Denver, una canzone country-folk natalizia e malinconica, perfettamente interpretata dal buon Micah.

Il mainset viene chiuso da “On The Way Home (To Abilene)”, pezzo contenuto in “Micah P. Hinson And The Nothing” (2014), pieno di nostalgia e strumentalmente ricco.

L’encore, invece, inizia con “500 Miles”, estratto dal suo lavoro più recente: triste e incredibilmente intimo, riesce a toccare anche in questo caso il cuore dei presenti.

Dopo un altro paio di pezzi e un altro passaggio nei camerini del Bronson, Hinson ritorna ancora sul palco, acclamato dal pubblico ravennate, insieme a Stefana: è la bonus-track della versione digitale di “I Lie To You”, “You And Me” a terminare il concerto. Solo chitarra e piano, questo brano spezza i cuori con la sua sincerità e quella sua bellissima, seppur scarna strumentazione.

Una settantina di minuti da brividi che ancora una volta il folk-singer di stanza in Texas ha saputo donare ai suoi fan italiani: l’emotività delle sue canzoni è qualcosa che è difficile descrivere e sicuramente la bravura di Micah dal vivo ne aumenta ulteriormente il già prezioso valore.