L’arte dovrebbe essere espressione della vita dell’individuo e nient’altro. In questo immaginario ideale e romantico non ci sarebbe spazio per fattori inquinanti come il vile denaro, la brama di successo o più semplicemente la voglia di assecondare altri se non se stessi. La trappola del pubblico, delle aspettative e del “dover tirare a campare” sono dietro l’angolo, anche se ogni tanto questa realtà  utopica trova terreno fertile. E’ il caso di John Murry e del suo album d’esordio, “The Graceless Age”, uscito in sordina nel 2012 e solo oggi distribuito in un modo decente con l’arricchimento della scaletta di ben sei tracce bonus. John è uno che e ha perso gran parte della sua vita a causa della droga; probabilmente non al punto di smarrire la ragione o di affondare in chissà  quali baratri oscuri, ma sufficientemente a perdere moglie, figli, lavoro, casa. Praticamente tutto se non se stesso e l’amore per la musica.

“The Graceless Age” è espressione di questo dolore, di questo senso di sconfitta e della meraviglia della vita, capace di regalare tocchi di grazia anche quando tutto sembra scivolar via dalle mani. E’ il magnifico viaggio immersivo nella sensibilità  di un uomo che non ha voglia di abbandonarsi ai propi demoni e prova a ritrovare la strada di casa attraverso la fede nella propria arte. E’ un lavoro doloroso e indispensabile per chi ama le sonorità  a stelle strisce più profonde, che richiama Springsteen nella voce, mentre nelle architetture ci si avvicina al Lanegan più ubriaco o al Micah P. Hinson più elegante. Può far male immaginarsi la cascata di dolore da cui sono fluiti i dieci brani in scaletta, ma non si indugia mai troppo nella disperazione. Un viaggio malinconico nella consapevolezza delle sconfitte subite. Pieni di cicatrici e graffi, ma vivi, nel profondo splendidamente vivi.

Chissà  se a questo giro si renderà  giustizia ad un lavoro bellissimo che meriterebbe un riscontro molto più ampio. Forse il segreto di certi dischi risiede anche nella diffusione ristretta che hanno, lontana da sacrileghi inquinamenti di chi utilizzerebbe certe cose solo come un piacevole sottofondo. Ecco, sottovalutarne la portata sarebbe il torto più grande che si potrebbe fare a John Murry.

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The Graceless Age
[ Rubyworks – 2013 ]
Generet: songwriting, rock
Rating:
1. The Ballad Of The Pajama Kid
2. California
3. Little Colored Balloons
4. Photograph
5. Things We Lost In The Fire
6. ¿No te da ganas de reir
7. Sènor Malverde?
8. Southern Sky
9. If I’m To Blame
10. Penny Nails
11. Thorn Tree In The Garden
12. California – Alternative version (bonus track)
13. I Need you (bonus track)
14. It Ain’t Alright (bonus track)
15. Porch Light (bonus track)
16. Weighted Down (bonus track)
17. Yr Lil Sister (bonus track)