Le dieci tracce che costituiscono il breve ma intenso “Hard Cold Fire”, il sedicesimo album dei Therapy?, sono state scritte durante i mesi più duri e difficili della pandemia di COVID 19. Il disco, tuttavia, è stato prodotto da Andy Cairns e compagni con l’obiettivo preciso di sfuggire ai pensieri cupi e deprimenti che hanno affollato le menti di tutti gli abitanti del pianeta Terra in quegli anni maledetti.

Credit: Tom Hoad

Una reazione positiva – o uno sfogo fatto di pura energia – a un’emergenza sanitaria globale che è stata dichiarata conclusa proprio nel giorno in cui è uscito “Hard Cold Fire”, ovvero il 5 maggio 2023. Una data che entrerà nella storia, al contrario di questo nuovo disco dei Therapy?. Non che sia un brutto lavoro, intendiamoci; ma, come è normale che sia, la band nordirlandese non è che abbia più molto da dire dopo 35 anni di onorata carriera.

Sì, l’epoca d’oro di “Troublegum” e “Infernal Love” è alle spalle. Ma i Therapy? non mollano la presa, suonano ancora incazzati neri e non deludono le aspettative, regalandoci qualche bella mattonata. Ricetta che vince non si cambia: alla base di “Hard Cold Fire” c’è il solito alternative rock roccioso e di scuola ’90s, in bilico tra metal e grunge, con abbondanti spolverate di melodia ad aggiungere quel pizzico pop che non guasta mai.

Nulla di nuovo sotto il sole, ma va bene così. Un altro bel colpo da parte dei veterani Therapy?, che continuano a produrre rock con l’energia e la vitalità di ragazzini. Gli ascoltatori sono ancora una volta i benvenuti in questa chiesa del rumore, all’interno della quale brillano tanti pezzi preziosi (“Woe”, “Joy”, “Two Wounded Animals” e “Poundland Of Hope And Glory” tra le canzoni migliori della raccolta).