Credit: Antonio Paolo Zucchelli

Abbiamo iniziato a seguire i Kiwi Jr., attraverso la nostra rubrica “Brand New”, sin dal gennaio 2020, quando la Persona Non Grata Records aveva ripubblicato (questa volta a livello mondiale) il loro primo LP, “Football Money”, in realtà uscito l’anno precedente, ma solo nel nativo Canada.

La band originaria di Charlottetown, ma di stanza a Toronto, ha poi firmato un contratto con la storica Sub Pop Records per cui ha già realizzato altri due album, “Cooler Returns” (2021) e “Chopper” (2022).

Finalmente terminata la pandemia il gruppo canadese è potuto arrivare anche in Italia a presentare dal vivo i suoi primi tre lavori: stasera ci troviamo all’Hana-Bi a Marina di Ravenna, mentre domani i Kiwi Jr. suoneranno al Ypsigrock Festival di Castelbuono (PA).

L’atmosfera come sempre in spiaggia è superrilassata e, nonostante le temperature si aggirino intorno ai trenta gradi anche se è sera, la piacevole brezza proveniente dal mare fa si che non ci sia afa.

La formazione di stanza a Toronto sale sul palco sotto la mitica tettoia della venue romagnola quando sono le dieci e trentacinque e il pubblico sulla spiaggia, che fino ad allora sembrava non molto numeroso, aumenta in maniera piuttosto decisa.

La setlist sarà ben divisa tra tutti e tre i loro LP e ad aprire la serata ci pensa “Guilty Party”, estratto dal loro sophomore: incredibilmente leggero e piacevolmente melodico, ha un non so che dei primi Strokes, band che ha decisamente influenzato questi quattro ragazzi canadesi. La tranquillità del brano è davvero perfetta, mentre il batterista Brohan Moore si fa notare per il suo drumming piuttosto variegato e interessante, come dimostrerà per tutto il corso della serata.

Subito dopo ecco un pezzo dal loro lavoro più recente, l’ottimo “Unspeakable Things”, supportato dalle belle linee di basso di Mike Walker, mentre la chitarra del frontman Jeremy Gaudet e i synth di Bryan Murphy disegnano melodie incredibilmente soft, che sembrano combaciarsi perfettamente con il clima del mare.

Ottimo il lavoro della sezione ritmica in “Undecided Voters” che poi esplode in un ritornello piacevole e pieno di energia, mentre in “Parasite II” sono ancora i synth a recitare la parte del protagonista aggiungendo delicatezza melodica, mentre il drumming di Moore risulta davvero esaltante.

Ancora synth anche nella successiva “The Sound Of Music”, in cui i vocals di Jeremy sono ancora più riflessivi e delicati rispetto alle canzoni precedenti: una gentile carezza piena della salsedine dell’Adriatico.

Poco dopo “Downtown Area Blues” ha una decisa accelerazione garage-rock che ci riporta in mente gli Strokes nelle loro canzoni più intense e punky: divertente e dai toni puliti, il pezzo non manca però di svelare anche il lato più malinconico della formazione canadese.

A grande richiesta i Kiwi Jr. ritornano sul palco per eseguire l’unico encore della serata, la vecchissima “Leslie”, eccitante, dal ritmo elevato, piena di grida e di energiche chitarre.

Cinquanta minuti molto piacevoli che ci hanno mostrato una band in forma e capace di riportare anche nella dimensione live le sue ottime canzoni ricche di eccellenti melodie.