Credit: Fabio Stefanini (CC BY-SA 2.0)

Nordgarden è ritornato spesso in Italia nel corso dell’ultimo anno, ma non eravamo ancora riusciti a partecipare a un suo concerto: l’occasione adatta arriva finalmente stasera, quando il musicista nativo di Hamar si esibisce al Tatanka Bar, che quest’estate ha avuto una programmazione interessante curata dal Locomotiv Club.

Il giardino che ospita la venue è pieno di alberi e di strutture sportive e la terribile afa che ha colpito la nostra regione anche oggi sembra attenuarsi un pochino verso le ore serali.

Terje si esibisce all’esterno su un piccolo palco situato a poca distanza dai numerosi tavoli del bar, dove la gente puo’ mangiare e bere in un’atmosfera assolutamente rilassata: il norvegese presenta il suo settimo LP, “All We Need”, uscito lo scorso ottobre per la sua label, la GDN Records.

E’ “Together”, estratto proprio dal lavoro più recente, a dare il via alla serata, quando l’orologio segna le otto e venticinque: in totale tranquillità Nordgarden presenta questa bellissima canzone, utilizzando anche il falsetto, ma nonostante alcuni problemi di acustica che si sono presentati durante i primi brani del concerto, riesce comunque a mostrare il calore del suo brano.

“I Ain’t Gonna Let Her (Let Me On No More)”, proveniente da “Changes”, invece, si sposta su territori decisamente più blues, mantenendo sempre comunque toni di puro relax come è quasi naturale che sia all’interno di un parco.

Poco dopo “All We Need”, title-track del lavoro più recente, è incredibilmente romantica e ricca di passione e ha toni molto più folky rispetto alla sua versione su disco, che sembra invece aver un tocco pop per quanto molto raffinato.

Immancabile anche un brano in italiano dal suo album di cover “Dieci” (2013): questa sera è “Non E’ La California”, canzone di Iacampo. La versione che presenta oggi Terje, al contrario di quella rockeggiante sul suo vecchio album, ha un’anima decisamente blues, comunque piena di sentimenti e di belle melodie.

Difficile capire i testi in norvegese di “Korsvej” ( in italiano crocevia), title-track del suo album del 2019 scritto per la prima volta nella sua lingua madre, ma le sensazioni melodiche ed emotive sono sicuramente molto positive.

“Riptide”, sempre dal suo nuovo lavoro, ci regala momenti rock, aumentando sia la velocità che l’energia, mentre la vecchia “So Far Away”, scritta proprio qui a Bologna per suo nonno, ha toni decisamente più soft e folky e un’anima assolutamente gentile.

Un’oretta molto rilassata in mezzo a un parco ad ascoltare un musicista di grande qualità come Terje è stato come sempre molto gradevole: superati i piccoli problemi iniziali di acustica dovuti all’impianto, il norvegese ha saputo regalare ancora una volta ottime sensazioni e brani ricchi di sincera passione.