Ogni promessa è debito e Giacomo Giunchedi in arte Sacrobosco puntualmente mantiene, pubblicando il secondo capitolo di un’opera divisa in due dischi inevitabilmente legati per concezione e stile. Equilibri paralleli quelli di “IVXVI” uscito a maggio e “IXVXI” ma non completamente simmetrici, anche se il rapporto è inscindibile fin dalle immagini in copertina che uniscono l’innocenza delle foto di Gabriele Drago e la grafica di Giunchedi.

Credit: Susana Ljuljanovic

Avevo pensato inizialmente di realizzare un unico lavoro, a riprova di come considero la tracce parte del medesimo corpo. Ho optato alla fine per dividerli in due album con l’intento di tenere alta la concentrazione dell’ascoltatore in riferimento a due diverse scalette”

ha raccontato Sacrobosco presentando “IXVXI”, mixato assieme a Roberto Rettura presso Lo Studio Spaziale a Bologna e masterizzato da Matilde Davoli. Riferimenti principali: Warp Records, Apparat e Telefon Tel Aviv, elettronica, IDM e jazz con campionamenti ben distribuiti nell’arco di otto tracce rigorosamente strumentali. Mondi che s’incontrano nel crescendo prima leggero poi forsennato di “Heat” che unisce strumenti a corde di origine mediorientale e ritmo pulsante di stampo techno.

 Le influenze soul e nu jazz sono ben più evidenti in questo secondo capitolo, in “Peculiar” e “Neverleave” soprattutto con chitarra, basso, sintetizzatori modulari in una fusione organica tra analogico e digitale in chiave più ritmata nel primo caso, melodica e ricca di effetti nel secondo. Il singolo “Higher” campiona “Skating In Central Park” di Bill Evans e Jim Hall, “Ghosting” sperimenta suoni trance e garage.

“Resistance” e “Talcoat” rielaborano sample di piano e chitarra acustica in un sound teso e minimale, mentre “Sic” è strutturata sul campionamento di “Face” di Coby Sey, chiusura dal tono decisamente ipnotico e misterioso per un progetto eclettico che ha indubbiamente beneficiato della divisione in due parti, scelta che mette in evidenza l’identità più sperimentale e aperta alle contaminazioni dei beat di Giacomo Giunchedi.