Puntano forte sulle emozioni crude e pure questi Flooding, un giovane trio di Kansas City che sembra promettere davvero molto bene. È troppo presto per sbilanciarsi ma il loro secondo album, “Silhouette Machine”, potrebbe diventare una delle migliori sorprese del 2023 in ambito post-rock/post-metal.

Credit: Rose Brown

Anche se, a onor del vero, è assai difficile affibbiare un’etichetta chiara al genere proposto dal gruppo statunitense. Tanta la carne lasciata a cuocere sul fuoco acceso dalla cantante e chitarrista Rose Brown, dal bassista Cole Billings e dal batterista Zach Cunningham, protagonisti di un viaggio musicale votato all’introspezione e all’istinto.

Il sound dell’album è cupo, pesante e grezzo. Ombre di sludge metal, post-hardcore, grunge, shoegaze, slowcore e noise si stagliano in maniera assai definita sulle otto tracce dell’opera. Si tratta di musica intensa e viscerale, costruita in modo tale da lasciare un segno anche nell’ascoltatore più distratto. Le dinamiche strumentali hanno un ruolo importante nel creare il “movimento” necessario a rendere vivace un disco che, di primo acchito, potrebbe sembrare un po’ troppo triste e deprimente.

“Silhouette Machine” non è un album da sentire in macchina durante una gita con gli amici. È un’esperienza complessa e dolorosa, da intraprendere in totale solitudine (possibilmente con le cuffie), che necessita di molteplici tentativi per farsi apprezzare. La pazienza saprà ripagare chi riuscirà a cogliere, nelle innumerevoli sfumature delle canzoni, influenze che ricoprono un larghissimo spettro di band storiche e meno storiche, tutte assai diverse tra loro (Duster, Sonic Youth, Swans, Unwound, The God Machine, Made Out Of Babies, Battle Of Mice…).

La forza dei Flooding sta nel riuscire a dare equilibrio ai tanti elementi che costituiscono la loro particolare proposta musicale. La noia non rappresenta un rischio; sì, il lavoro è pieno zeppo di passaggi lenti e tremendamente malinconici, ma vi sono anche una marea di squarci di pura energia. Questa continua alternanza tra silenzio e rumore permette al trio di infondere profondità a pezzi di enorme impatto come “Run”, “Slit”, “Transept Exit” e “Silver Gilt”.

Nella bellissima voce di Rose Brown troviamo dolcezza, disperazione, furia e rassegnazione. Le urla rabbiose e i sussurri melodici si avvicendano nel perenne rincorrersi delle emozioni sprigionate dagli incredibilmente promettenti e ispirati Flooding, interpreti di un post-rock pregno di contaminazioni, idee fresche e pathos.