Vienna, gli Stati Uniti, il Brasile e l’Inghilterra. Non poteva che concludersi in terra d’Albione il piccolo giro del mondo di  Vanilla Jenner in arte Viji. Nata e cresciuta in Austria fino a sedici anni  poi approdata oltreoceano per motivi familiari fino alla decisione di trasferirsi in Gran Bretagna, a Brighton per studiare produzione musicale prima infine a Londra dove con singoli ed EP ha attirato l’attenzione della rinomata Speedy Wunderground.

Credit: Nicole Ngai

L’esordio sulla lunga distanza, chiamato semplicemente “So Vanilla”, è stato prodotto da Dan Carey (Fontaines D.C., Kae Tempest, Wet Leg). Dodici brani scritti, registrati, completati già a novembre 2022 quasi un anno fa dunque: lasso di tempo considerevole al giorno d’oggi che ha permesso a Viji di acquisire una nuova prospettiva sull’intero progetto.

Un primo disco dinamico tra indie – rock e alt – pop, chitarre grintose e malinconia, il ritornello tagliente e ripetuto in “Anything”, un singolo rumoroso come “Down” con quel “Misery makes me holy” che diventa quasi un mantra e il mondo di “Sedative” strano e seducente. “Sundress In Pink” è senza dubbio uno dei brani più maturi sia negli arrangiamenti che nel testo, “Karaoke” quello in cui Viji tira fuori tutta la rabbia adolescenziale repressa.

Non mancano momenti introspettivi, “Blanket” ad esempio ballata con chitarra acustica e archi in cui la voce di Vanilla Jenner diventa inquietante e magnetica o “White Lighter”. Notevole il contrasto col pop punk di “Sharks” e con le melodie ben definite di “Slip Out Quiet”, “1850″ e “Say Hi”. Finale affidato al falsetto e alle armonie di  “Ambien” a chiudere un album gradevole che cresce ascolto dopo ascolto, in grado di far emergere con forza la personalità di Miss Jenner.