Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: all’interno di “New Blue Sun”, nuovo (primo) album di André 3000, non vi è alcuna traccia – neanche per sbaglio – dell’hip-hop stellare degli OutKast. Fatta questa doverosissima premessa, va anche detto che si tratta di un lavoro sorprendente, in cui il rapper di Atlanta si è divertito ad esplorare nuovi territori rispetto a quelli a cui ci aveva abituato in passato.

Credit: Kai Regan

“New Blue Sun”, infatti, è un disco(ne) super-cool, un caleidoscopio di sonorità ambient e jazzy, dove l’artista americano si è divertito a sperimentare senza obblighi di sorta. Fregandosene, in pratica, delle aspettative iper-galvanizzate di pubblico ed addetti ai lavori.

E gran parte del merito di queste “new frontiers” sonore è da assegnare – senza dubbio alcuno – all’incontro fortuito avvenuto tra il nostro e quel producer-geniaccio che risponde al nome di Carlos Gabriel Niño. Per chi non lo sapesse, il musicista californiano è uno dei numi tutelari della scena alternativa a stelle e strisce. Nonché poeta – factotum – new age. Incontro fortuito avvenuto, tra l’altro, in un negozio di alimentari di Los Angeles. I casi della vita. Non solo. Anche la novella passione per uno strumento inusuale – almeno per un rapper old school – come il flauto, ha giocato un ruolo fondamentale nella direzione intrapresa dal vecchio André.

Come suona, dunque, questo “New Blue Sun”? Qui le risposte potrebbero essere molteplici. Già. Perché l’opera dell’artista americano è più simile ad uno sgangherato flusso di coscienza che ad un progetto canonico. Basti pensare che la durata media delle otto canzoni che compongono la tracklist è di quasi dieci minuti per brano. Ciò nonostante, si tratta di pezzi che scorrono via come onde in mare aperto.

Entrando più nello specifico, “BuyPoloDisorder’s Daughter Wears A 3000 Button Down Embroidered”, per esempio, è una di quelle tracce che rappresentano in maniera incisiva la (new) way musicale intrapresa dall’ex componente degli OutKast. Mentre nella sobrietà cinematografica di “Ninety Three ‘Til Infinity And Beyoncé”, vi è tutto l’immaginario (too)classy del progetto. Non è per niente facile addentrarsi nei meandri misteriosi del sound verticale di “New Blue Sun”. Una volta approcciatisi con il giusto mood, però, la strada appare tanto in discesa, quanto, magnificamente delineata.

Come nella bellissima, “Ants To You, Gods To Who?”, che con le sue melodie spaziali assomiglia ad una sorta di soundtrack degli Anni Settanta, eseguita correndo a perdifiato tra gli anelli di Saturno. E “spaziale” è proprio l’aggettivo più adatto per descrivere l’alto tasso qualitativo di un disco che trasporta l’ascoltatore verso lidi sonori inaspettatamente minimalisti. E per questo, ancor più fascinosi. È chiaro, naturalmente, che non si tratta di un prodotto di facile presa. Forse, però, era proprio ciò che desiderava il buon André in fase di lavorazione dell’album. Estraniarsi dalla massa per lasciare spazio a musica ed immaginazione.  

Direi che ci è riuscito abbondantemente.