L’inaudito matrimonio tra due realtà così contrastanti poteva rivelarsi davvero rivoluzionario. Non è roba da tutti i giorni ascoltare un album collaborativo tra una band grindcore (i Full Of Hell) e una shoegaze (i Nothing). La fusione tra musica estrema, atmosfere sognanti e chitarre ultra-effettate, tuttavia, non è più una novità già da un pezzo. E difatti “When No Birds Sang”, con tutti i suoi pregi, non sarà ricordato dai posteri come un album innovativo.

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Il disco comunque si fa apprezzare e non poco. I due gruppi uniscono le forze per dar vita a un lavoro di enorme intensità, contraddistinto da un sound crudo e pesante che va ben oltre il semplice mix tra i due generi proposti da Nothing e Full Of Hell. Toni deprimenti e oscuri fanno da contorno a sei brani in bilico tra lo sludge metal più lento e infernale (“Rose Tinted World”) e lo shoegaze più etereo e sussurrato (“Like Stars In The Firmament”). Spesso e volentieri questi due mondi così diversi tra loro entrano in collisione, creando tracce talmente suggestive da sfuggire alle etichette.

È questo il caso di canzoni come “Forever Well” e “Spend The Grace”, dove la potenza sonora dei Full Of Hell si stempera nelle sfumature melodiche e malinconiche dei Nothing. Non è che il sound si faccia annacquato; diventa più complesso, stratificato ed emotivamente coinvolgente, caratterizzato dall’alternarsi di suoni puliti/distorti e screaming/clean vocals.

Di tipicamente grindcore quest’album ha poco o nulla. Se ne scorge giusto qualche timida ombra nella rabbia cruda e dolorosa espressa dal cantante Dylan Walker. “When No Birds Sang” è sì un’opera oscura, intrisa di tristezza e di non facilissimo ascolto, ma è anche un esempio di disturbante grazia shoegaze, una “raffinatezza” che l’esperienza dei Nothing applica al metal più malsano e disturbante. Il risultato finale, tuttavia, non è spiazzante; come già scritto, infatti, unioni “sacrileghe” di questo genere non rappresentano più nulla di strano. Le due band si limitano a fare il loro sporco lavoro, ispirato e di classe, senza però inventare o stupire troppo.