Inizialmente concepito come album di debutto ma poi abbandonato in un cassetto per un periodo di tempo non specificato, “Saint Augustine” è a tutti gli effetti la seconda opera in ordine cronologico pubblicata dal cantautore britannico Owen Hamlin. Un disco nato a Barcellona e lasciato in standby per un bel po’ di tempo, “congelato” a causa di alcuni aspetti ritenuti migliorabili dal suo autore.

Sul fatto che Hamlin sia un perfezionista credo ci siano pochi dubbi. Non tutti gli esordienti possono permettersi di chiudere in un cassetto una raccolta di canzoni fatta e finita, per quanto non del tutto soddisfacente. Ma la pazienza e il duro lavoro hanno ripagato le intenzioni dell’artista che, pur non essendo un vulcano di idee originali, sa essere interprete di un buon indie rock con venature folk, lo-fi e psichedeliche.

Owen Hamlin si muove con maestria tra sonorità elettriche e acustiche di chiara matrice brit, mostrando di essere a suo agio con un ampio ventaglio di sonorità diverse. Sembra però ancora indeciso su quale strada intraprendere: proseguire sul percorso “alternative” o dar maggior risalto a quegli aspetti mainstream/radiofonici che, in nuce, si percepiscono in maniera costante? Vedremo cosa gli riserva il futuro.

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