Credit: Robert Perry

Dopo una pausa durata moltissimi anni (l’ultimo album è del 2013), i Camera Obscura hanno annunciato il proprio ritorno, sia sul mercato discografico che dal vivo. Il momento, quindi, è perfetto per tuffarsi nel passato della band scozzese, e celebrarne gli episodi meglio riusciti. Però, c’è un problema: esistono forse episodi meno riusciti nel repertorio dei Camera Obscura? Secondo me no, e la conseguenza è che nel compilare un top 10 non si sbaglia mai, o si sbaglia sempre, a seconda dei punti di vista. Così, ho deciso per l’applicazione del cosiddetto metodo Cencelli: gli album finora pubblicati sono cinque, le canzoni da scegliere sono 10, ergo se ne scelgono due per album. Comunque, l’operazione è stata ardua, ma anche divertente, anche solo per l’idea che possiamo già ascoltare due canzoni nuove, e presto potremo ascoltarne altre, e rivedere la band sul palco.

10. Do it again
2013, da “Desire lines”

I Camera Obscura lo fanno ancora, e quindi mi sembra giusto iniziare con questo ottimo singolo che anticipava l’ultimo disco della band. Atmosfera positiva e ottimista, chitarra solista sgargiante, consueta abilità della tastiera nel dare spinta al complesso della canzone con pochi, semplici tocchi nei momenti giusti, voce di Tracyanne Campbell espressiva e seducente come sempre. “Let’s do it again, let’s do it again”, e se vi state chiedendo a cosa si riferisca Tracyanne nel testo, sì, è proprio quella cosa lì, quella che la portò alla maternità nel periodo in cui l’album uscì.

9. Eighties fan
2001, da “Biggest Bluest Hi-Fi”

Spostandoci dal passato più prossimo direttamente a quello più remoto, si nota certamente una minor esuberanza e una maggior circospezione, e indubbiamente la cifra stilistica della band deve ancora svilupparsi del tutto. Però, a noi fan dell’indiepop l’ingenuità piace, eccome se ci piace, soprattutto se accompagnata dalla sincerità espressiva e dal talento, e qui entrambi gli aspetti sono presenti in abbondanza. Si capiva subito di essere al cospetto di un diamante grezzo che sarebbe presto diventato luccicante, e così in effetti è stato.

8. Teenager
2003, da “Underachievers, Please Try Harder”

Già qui, la band ha chiaramente il polso della situazione e sa come valorizzare al meglio le splendide intuizioni melodiche e la bellezza della voce di Tracyanne. Gli arpeggi stretti con le chitarre, gli intrecci tra essi e la parte ritmica, gli interventi della tastiera ad arricchire il suono nei momenti giusti, fanno sì che, già a questo punto, i Camera Obscura siano perfettamente in grado di avvolgere e ammaliare qualunque ascoltatore dotato di un cuore umano.

7. The sweetest thing
2009, da “My Maudlin Career”

Limitarsi a sole due canzoni da questo disco e da quello che l’ha preceduto è stato particolarmente difficile e crudele, ma questa canzone è talmente suadente che mi sono letteralmente sentito osservato con gli occhi dolci di chi dice “dai, come fai a lasciarmi fuori, puoi forse escludere una come me?“. No, non potevo. Come avrei potuto, con quella melodia, quell’uso degli archi, e quella voce, capace di conquistarti in ogni canzone, ma forse qui un po’ di più.

6. Let’s get out of this country
2006, da “Let’s get out of this country”

Anche qui, si è costretti ad andare per esclusione, perché davvero ci sarebbero state bene tutte, però questa ha il vantaggio di essere la title track, e allora la mettiamo dentro. Del resto, questa è forse la canzone che più di ogni altra contiene davvero tutti i punti di forza dei Camera Obscura: a turno, li abbiamo elencati già per le canzoni precedenti, ma qui ci sono proprio tutti. Melodia irresistibile: check. Voce celestiale: check. Linee di chitarra che valorizzano la melodia principale: check. Archi che arricchiscono il suono con gusto: check. Tastiera usata con parsimonia ma sempre nei momenti più opportuni: check. C’è proprio tutto, e giustamente questa è unanimemente considerata una delle canzoni più rappresentative della band.

5. Shine like a new pin
2001, da “Biggest Bluest Hi-Fi”

Ricominciamo il giro degli album, con la scelta per la canzone tratta dal disco di debutto che ricade su questa perché, rispetto alle altre, è certamente più semplice come struttura, ma stilisticamente suona come la più compiuta, quella in cui la band va dritta al punto senza esitazioni, confezionando un gioiellino che ha tutte le cose al proprio posto ed è, quindi, in grado di catturare l’ascoltatore senza riserve. Perché, come abbiamo detto, l’ingenuità può essere bella e tenera, ma la capacità di scegliere quali carte giocare e farlo al meglio dà ancora più soddisfazione all’ascoltatore.

4. Troublemaker
2013, da “Desire lines”

Certi giri di chitarra sono così “rotondi e buoni” (citazione dai Valentina Dorme che capiremo solo io e altri pochi illuminati) che ti catturano all’istante e non ti mollano più. Così succede con l’altro singolo tratto dall’ultimo album dei Camera Obscura, e anche se Tracyanne dichiara esplicitamente di essere una combina guai, noi la trattiamo come la Pollon dei cartoni animati, ovvero le vogliamo bene e facciamo il tifo per lei. L’unica differenza è che la Cambpell non sta cercando di diventare una divinità, perché lo è già da molto tempo, e sempre lo sarà.

3. Keep It Clean
2003, da “Underachievers, Please Try Harder”

Metto così in alto questa canzone perché, semplicemente, la ascolti e capisci che il facile pronostico fatto con il debutto secondo cui i Camera Obscura sarebbero presto diventati speciali si è già avverato. I continui e emozionanti intrecci tra la chitarra solista, quella ritmica e la tastiera creano un insieme sonoro semplicemente inebriante, e la vocalità di Tracyanne che sa sempre scegliere quale registro adottare e li gestisce tutti al meglio è quella di un talento generazionale. Questo è un brano che letteralmente fa girare la testa per quanto trabocca di qualità e gusto estetico.

2. Lloyd, I’m ready to be heartbroken
2006, da “Let’s get out of this country”

Le prime due canzoni non potevano che essere queste, giusto? E come faccio io a spiegare con parole di senso compiuto la meraviglia di entrambe? Ci proverò, iniziando con questa, che può vantare una pienezza sonora audace e mai ridondante, in grado di dare il massimo dell’impatto emotivo al pentitissimo tributo da parte della band al nume tutelare Lloyd Cole. Ho parlato spesso di strumenti usati con attenzione e solo nei momenti giusti, invece qui nessuno si trattiene e tutti vanno al massimo praticamente sempre, e anche stavolta la scelta è quella corretta, perché quando si decide di esplicitare la propria devozione a una personalità musicale del genere, bisogna farlo con tutto se stessi, ed è proprio quello che i Camera Obscura hanno fatto.

1. French navy
2009, da “My Maudlin Career”

Non credo di svelare nulla di sconvolgente dicendo che, in molti casi, articoli come questo si scrivono ascoltando le singole canzoni scelte, quindi, anche in questo caso, ho messo su per l’ennesima volta questo capolavoro di perfezione pop, ma non ce l’ho fatta a scrivere, tanto mi rapisce a ogni singolo ascolto, anche se ormai saranno centinaia, o migliaia. La perfezione non dovrebbe essere spiegata, e questa canzone è pura perfezione, ma proverò a dire due cose, adesso che non sta più andando e quindi riesco a rimettere mano alla tastiera. Già la melodia da sola è leggendaria, per quanto mi riguarda la più bella di tutto il secolo in corso, e davvero non serve dire altro; poi la parte musicale, perfetta nello scegliere quando privilegiare una veste snella e essenziale, per valorizzare la meglio le parole e il modo in cui Tracyanne le canta, e quando invece andare a pieno regime, per dare la giusta scorrevolezza. Il testo, poi, è uno di quelli capaci di creare una particolare complicità con chi ascolta, a cominciare dal momento iniziale in cui la protagonista dice di aver passato una settimana in una biblioteca polverosa, come fai a non volerle subito bene? E quando poi confessa di essere stata criticata per aver permesso a qualcun altro di spezzarle il cuore, beh, ci siamo passati tutti, no? Non possiamo non empatizzare. E quindi, alla fine, “I wanted to contol it, but, love, I couldn’t hold it“: l’amore per questa canzone è letteralmente incontenibile.