“Windowlicker” è il più clamoroso exploit di Aphex Twin nel mainstream e per molti versi il suo colpo di genio definitivo.

Al tempo (1999) era anche destinato ad essere il suo ultimo atto, vista la dichiarata intenzione di non pubblicare più, mossa dall’umile convincimento che il mondo non sarebbe stato pronto per le sue nuove composizioni.

Invece accadde (forse) quel fatto dell’hard disk smarrito su un’aeroplano, che lo convinse a dare alle stampe drukQs due anni più tardi, rimandando l’addio (arrivederci) alle scene.

“Windowlicker” non sta su nessun album, è un singolo standalone accompagnato da due altri brani.

Finì sedicesimo (!) in classifica, con una copertina grottesca, un titolo offensivo – se si guarda allo slang britannico, almeno, dove “windowlicker” equivale a “ritardato”; in francese, il lèche-vitrine è la persona che guarda le vetrine senza comprare nulla – e un video (di nuovo) diretto da Chris Cunningham che prendeva per il culo l’iconografia gangsta rap dominante.

Sono elementi che certo contribuirono alla portata del suo successo ma che, pur avendo poco / nulla a che fare con la musica che sta dentro a “Windowlicker”, sono parte ineludibile dell’immagine che Aphex Twin aveva fin lì proiettato di sé, della sua visione.

“Windowlicker” arriva in un momento in cui le chart straripano di produzioni danzerecce ultra-commerciali o (nel migliore dei casi) di big-beat e french touch.

E Aphex Twin, allora, se ne esce con questi 6? (in-)ballabili che sembrano composti da tanti frame del suo percorso, picchiati insieme al servizio di un’opera più grande: i break che paiono una riproduzione stilizzata della drill’n’bass che caratterizza “Richard D. James Album”; le pulsioni ambient degli inizi usate come tema principale; i disturbi noise in coda che ricordano “Come To Daddy”.

Ancora: la tendenza dissacrante che lo porta ad assemblare una linea vocale utilizzando gemiti orgasmici e la voce della sua compagna francese dell’epoca che dice «mi piace preparare cibo per cani».

Tanto basterebbe, ma anche gli altri due brani riservano qualche sorpresa.

Nannou anticipa le atmosfere di drukqs – che allora erano inedite, quindi dev’essere sembrata una bizzarria buttata lì per fare minuti.

Tra questa e la tile track, sta ?Mi?1 = ???n=1NDi[n][?j?C{i}Fji[n ? 1] + Fexti[[n?1]] (oppure Formula), la cui spettrografia rivela la faccia di Aphex Twin stesso. È qualcosa da ricordare al di là delle sue atmosfere psico-cavernose.

“Windowlicker”, insomma, è una follia ben architettata, infine irresistibile, diventata iconica

(La versione originale dell’articolo si trova su “Non Siamo di Qui” che ringraziamo, ovviamente, per la gentile concessione)

Pubblicazione: 22 marzo 1999
Durata: 16:10
Dischi: 1
Tracce: 3
Genere: dance music, Ambient techno, Experimental Techno
Etichetta: Warp Records WAP105
Produttore: Richard D. James