Sintetizzatori e musica d’autore, la cruda realtà del nostro fluido presente e una dimensione fantastica e visionaria, è così che il nuovo album di Cosmo prende il volo, iniziando il suo viaggio, cantautoriale ed elettronico, in un mondo di ritmiche incalzanti, di trame ipnotiche e di parole. Parole che narrano esperienze e ricordi familiari, che esprimono dubbi e interrogativi, che possono trasformarsi in terribili e dolorose scoperte, con la consapevolezza che il limite tra la verità e la menzogna, tra il successo e il fallimento, tra la ragione e l’istinto, tra ciò che pensano e ciò che siamo davvero, è mutevole, cangiante e transitorio e potremmo trovarci, da un momento all’altro, dal lato sbagliato dei loro giudizi, dei loro conflitti e delle loro opinioni.

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La strada, dunque, deve essere quella del coraggio, senza preoccuparsi di restare delusi o di dover mostrare gli artigli o di sperimentare nuovi linguaggi emotivi, nuove percezioni sensoriali, nuove sconvolgenti idee, andando, di conseguenza, ogni volta che ne sentiamo il bisogno, a riscrivere quello che è il finale di un film scontato, di un film che vorrebbe mostrare, vuoi per paura, vuoi per convenienza, sempre le medesime teorie, sempre le stesse conclusioni, sempre lo stesso vicolo cieco. Un non-luogo che vogliono farci credere sia il posto sicuro da proteggere e difendere dagli sconosciuti, dagli estranei, da tutti coloro che pensiamo vogliano portarcelo via. E’ sempre lo stesso gioco, un gioco al ribasso basato sulla fiducia malriposta, su qualcuno che tace e qualcun altro che nasconde, mentre la banalità della rabbia e dell’odio si impossessa delle nostre vite, delle nostre coscienze bambine, dei nostri corpi, di un mondo che diventa sempre più ostile ed alienante, inospitale e pericoloso.

Le undici canzoni di Cosmo ci restituiscono, invece, la fiducia perduta, nonché un iper-spazio di sogni da poter realizzare, un luminoso parco-giochi di sonorità dance e narrazioni umane che appaiono interessanti proprio perché sono uniche, sono diverse, sono sfuggenti, sono l’oltre che ti entra dentro, che ti fa muovere, ti fa ballare, che ti fa correre incontro a chi ami,  mentre, intanto, il sudore e la gioia si mischiano tra loro, si mischiano agli innumerevoli futuri che possiamo pensare, coltivare, provare e continuare a modificare, finché non troveremo quello che ci piace di più, quello che ci rende completi,  quello che ci fa felici.