Inizia con il bottleneck d’ordinanza di “Bedside Manners” sulle sei corde dell’axe-men Rich Robinson il ritorno dei “Corvi Neri”, un brano dalla dirompente sezione ritmica di puro stampo rock ‘n’ roll! A distanza di ben tre lustri dal loro ultimo album in studio, “Before the Frost…Until the Freeze” del 2009, i fratelli Robinson hanno dunque deciso di mettere da parte le frizioni degli ultimi anni per tornare con questo nuovo disco inedito, “Happiness Bastards”, che ci regala una sana e ricca dose di chitarre seventies che scorrono per tutti i trentotto minuti della tracklist.

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Senza dubbio il tour celebrativo per il trentennale di “Shake Your Money Maker”, con centocinquanta date in giro per il mondo, ha giovato al duo di Atlanta che ha saputo rimettersi in gioco senza snaturarsi, senza scendere a compromessi e mettendo in scena dieci brani che trasudano di southern ad ogni nota.

La successiva tripletta formata dalle chitarre infuocate di “Rats and Clowns” e dal potentissimo hard rock di “Cross Your Fingers” e dal primo singolo rock-blues “Wanting And Waiting”  cancellano poi ogni dubbio mostrandoci i Black Crowes con un piglio più energico che mai, in pieno stato di grazia, che si riflette nell’intero full-length suonato alla grande, di impatto immediato, brani sinceri e privi di pleonastici orpelli.

Immancabili poi i momenti dedicati alle ballads, con il bellissimo e intenso country-folk di “Wilted Rose”, arricchito dalla voce dell’enfant prodige Lainey Wilson, e soprattutto con l’intima closed track “Kindred Friend” che fa rivivere quelle tipiche situazioni estive in viaggio alla guida di un auto con la mano fuori dal finestrino e gli scontati giochi con il vento.

Alla cabina di regia siede il produttore Jay Joyce (The Wallflowers, Tim Finn, Emmylou Harris, Patty Griffin, White Reaper, Lainey Wilson and Cage the Elephant), mentre a coadiuvare i fratelli Robinson in questa nuova avventura ci sono l’amico di vecchia data, il bassista Sven Pipien, Nico Bereciartua alla chitarra solista, Cully Symington alla batteria e Erik Deutsch alle tastiere che hanno contribuito ad arricchire il patrimonio musicale della band di Atlanta rimasta anche questa volta coerente al proprio background.

Gli ingredienti di “Happiness Bastards” – che deve il suo titolo all’unico romanzo pubblicato dall’autore Kirby Doyle (1932-2003) dove racconta la propria esperienza d’amore a New York – sono completi di ogni strumentazione di genere, hammond, armonica, archi, che si riverberano in ogni episodio, sia in quelli più duri come “Dirty Cold Sun”, sia in quelli di puro stampo blues d’annata di “Bleed it try” e di“Follow the moon”, quest’ultimo dalla struttura rock’n’roll di matrice 100% The Black Crowes e con il quale si raggiunge, a parer mio, l’apice del disco.

“Happiness Bastards” sebbene non porti alcuna innovazione aggiunge comunque un altro fondamentale e riuscitissimo tassello alla gloriosa discografia di Chris e Rich Robinson. Un grande ritorno insomma.