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Un riff, un inconfondibile riff. Ventotto secondi. Tanti ne sono bastati per annunciare – attraverso il nuovo singolo, “Wanting And Waiting” – il ritorno di una delle band più iconiche di inizio Anni Novanta (e non solo). Già. Perchè i Black Crowes non hanno rappresentato solamente un determinato periodo storico, ma anche e soprattutto un concetto, una filosofia di vita, una sorta di pionieristico mood reazionario a quelli che erano i dettami rock’n’roll dello showbusiness musicale dell’epoca.

Era dal 2009 che i fratelli Robinson non creavano nuova musica. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti.  “Happiness Bastards” – il nuovo album dell’iconica band di Atlanta – verrà alla luce il prossimo 15 marzo, prodotto da Jay Joyce. Non solo. Il prossimo 27 Maggio, infatti, i Black Crowes suoneranno al Teatro Arcimboldi di Milano nell’unica data italiana del loro tour. Un’occasione ghiottissima, dunque, per farci un giro nella loro discografia attraverso la nostra – altrettanto iconica – TOP 10 Brani.  

10. Lickin
2001, da “Lions”

Pezzone tiratissimo contenuto all’interno di un album molto discusso sia dai fan che dalla critica. Rich Robinson in grande spolvero. Poco da dire.

9. Good Morning Captain
2009, da “Before The Frost…Until The Freeze”

Un suono caldo e rilassato per una traccia che è sicuramente tra i brani meno noti del gruppo, ma che descrive pienamente quello che era il percorso intrapreso dai Nostri alla fine degli Anni Zero.

8. She Talks To Angels
1990, da “Shake Your Money Maker”

Scritta da Rich Robinson (appena quindicenne!), “She Talks To Angels” è una delle canzoni più apprezzate dei Black Crowes. Il testo parla di una donna che lotta assiduamente contro le dipendenze.

7. Thorn In My Pride
1992, da “The Southern Harmony And Musical Companion”

“Thorn In My Pride” è uno dei singoloni estratti da un album offuscato solamente dalla grandezza indiscutibile dell’opera d’esordio. Semplicità maestosa. Potremmo definire così, con questa specie di ossimoro, la brillantezza-rock del pezzo in questione e della band americana in generale.

6. Remedy
1992, da “The Southern Harmony and Musical Companion”

Certo, sarebbe da gradino più alto del podio. Sì, perchè “Remedy” è Storia. Poco da aggiungere. Va da sé, naturalmente, che in una proposta musicale così maledettamente accattivante, collocare una traccia nella giusta posizione è impresa alquanto ardua. “Remedy” è la canzone-manifesto dei Nostri, di un’era, di un decennio e del Rock inteso come voglia di stupire senza troppi fronzoli.

5. Kickin’ My Heart Around
1999, da “By Your Side”

Alzi la mano chi – almeno una volta – non è rimasto “prigioniero” del ritmo incessante di un pezzo che è una sorta di mitragliata glam-rock d’altri tempi. “Kickin’ My Heart Around” è un otto volante che si muove su di un tracciato fatto di riff(oni) brucianti.

4. A Conspiracy
1994, da “Amorica”

“A Conspiracy”: ovvero, il 1994 musicale dei The Black Crowes. “Amorica” – il disco che lo contiene – è un lavoro piuttosto sperimentale in cui la band si diverte a miscelare la propria, collaudatissima formula (classic rock) con delle sortite nell’allora contemporaneità dei 90s. Una mina vagante, insomma. Godibilissima, però.

3. My Morning Song
1992, da “The Southern Harmony and Musical Companion”

Uno dei classici della band. Anche e soprattutto durante i suoi spettacoli dal vivo. Brano rappresentativo di un disco che è una pietra miliare – non solo della formazione di Atlanta – ma dell’intero universo rock.

2. Jealous Again
1990, da “Shake Your Money Maker “

Classicismo hard-rock degli Anni Settanta e una (bella) spruzzata di Stones in un pezzo che è blues fino al midollo. L’esatto opposto, in pratica, di quella che era la scena rock degli Anni Novanta e degli orizzonti sonori disegnati da band quali Primal Scream, per esempio.

1. Hard To Handle
1990, da “Shake Your Money Maker “

Una cover (di Otis Redding), certo. Ma anche e soprattutto il primo squillo dei Robinson alle classifiche americane. Rifacimento epico di una canzone – già di per sé – superlativa. Trentaquattro anni e non sentirli. Dannati, geniali Black Crowes!