Pensi a Belfast, Irlanda del Nord, e la prima cosa che ti viene in mente non è certo uno sgangherato trio hip-hop. I Kneecap, da questo punto di vista, rappresentano una splendida eccezione. Gia’. Perché Móglaí Bap, Mo Chara e DJ Próvaí (questi i componenti dei Nostri) sono riusciti a creare un immaginario musicale fatto di rime scanzonate e di intuizioni sonore dannatamente sorprendenti, oltre ad un universo costellato di tematiche sociali affrontate con ironia e consapevolezza.
Sanno il fatto loro i tre ragazzoni di cui sopra, poco da dire. “Fine Art”, il loro album d’esordio, è composto da 18 tracce che mettono in evidenza tutta la fiammeggiante urgenza compositiva di un gruppo che prova ad andare dritto per la propria strada senza lasciare prigionieri.
Certo, qua e là il rischio di una ripetitività fine a sé stessa appare piuttosto palpabile, ma, nel complesso, il debut degli irlandesi si lascia ascoltare con gusto e con una certa piacevolezza di fondo. Al netto di alcuni featuring oltremodo “blasonati”. In “Better Way To Live”, per esempio, i Kneecap si avvalgono della collaborazione di mister Grian Chatten (leader, voce e simbolo di quella band-gioiello/post-punk che risponde al nome di Fontaines DC).
Altrove, invece, il trio si destreggia – con una buona dose di maestria – tra flow glitterati e refrain maledettamente incisivi, come nel caso di “Sick In The Head” o della stessa title-track. “Fine Art”, in pratica, rappresenta l’ennesima riconferma – semmai ce ne fosse stato bisogno – del talento ancestrale della formazione irlandese. Nulla di trascendentale, per carità, ma dove c’è sostanza c’è ispirazione e i Kneecap hanno confezionato un disco ispiratissimo.
“Rhino Ket” – base ballabile, versi taglienti – e “Way Too Much” – quasi un gospel-rap – vanno a concludere in maniera più che dignitosa un lavoro che si eleva ben oltre la sufficienza e che ripropone i Kneecap agli stessi livelli di quella squintalata di brani taglienti con cui si erano affacciati dalle parti del mainstream internazionale.
In definitiva, un esordio con le stimmate del successo annunciato.