Avevo un ricordo di un inizio anno consumato in parte ad ascoltare un disco dei Nada Surf. Una piccola ricerca e mi accorgo che era il febbraio del 2008, ben quattro anni fa. Mi sembra tantissimo rispetto al ricordo vivo di quegli ascolti che alberga nella mia testa, proprio oggi che la cosa si ripete. Non era nemmeno un disco particolarmente brillante “Lucky”, solo una onestissima raccolta di canzoni, venute fuori un po’col pilota automatico tra qualche briciola di gioia. Cosa cambia oggi non lo so, apparentemente niente in superficie; invece, scavando un po’ più a fondo mi ritrovo tra le mani un gran bel disco, inaspettato non certo nella forma, quanto nelle sensazioni.

Spiegare cosa c’è di diverso è difficile perchè, almeno ad un primo ascolto, sembra la solita piacevole rmanciata di canzoni del trio Newyorkese, già da tempo lontano dai propri fasti. Poi certi dischi sembrano cambiare di poco l’inclinazione delle particelle d’aria che le note affettano; i colori, seppur simili al giorno prima, diventano di poco cangianti e il gioco cambia le proprie regole. “Stars Are Indifferent To Astronomy” non è semplicemente un sarcastico e cinico titolo, ma custodisce senza alcuna gelosia una decina di canzoni solide, in cui la qualità  della scrittura è sempre sopra la media. Chitarre ed atmosfere “emo”, come quando questa definizione non era una bestemmia e stava ad identificare un preciso sottogenere del punk rock più melodico. Meglio ancora, power-pop dalle chitarre affilate e, di contro, con gli spigoli belli arrotondati.

Ritmi sostenuti senza esagerare, un paio di episodi in cui le atmosfere si fanno più lente e dolci insieme ad un gran gusto per le melodie semplici, dirette come il più bello dei sorrisi. Un lavoro da incastonare nelle stagioni di passaggio, quando l’apparente leggerezza della forma riesce a nascondere scintille di malinconia e morbidi carezze. Un abbraccio inaspettato nel pieno dell’inverno.

Foto: Bandcamp