Un ragazzo di spalle seduto davanti a un pianoforte sorseggia la propria Guinness. Nel frattempo scandisce alcune battute di “Mr. Tambourine”. Mentre le note di “Goodnight London” rivestono di malinconia le mura del pub in cui la Blogotheque ha deciso di ambientare una nuova puntata del suo celebre “A Take Away Show”, gente esce ed entra per rifugiarsi da un’atipica giornata di sole.
Undici mesi fa usciva il video di cui sopra e da quel momento la mia curiosità  per l’uscita di qualcosa che riguardasse la band del ragazzo in questione cresceva di giorno in giorno, come non capitava da tempo.
Nel frattempo i mancuniani Money, questo il nome del gruppo, hanno avuto modo di sparire nel silenzio, per poi tornare, accompagnati da mamma Bella Union, con in tasca dieci brani utili per andare a comporre “The Shadow of Heaven”, loro album di debutto. E tra queste vi era compresa la splendida ballata piano-voce che Jamie Lee aveva fatto risuonare quel pomeriggio nel pub sopracitato.

Ciò che tuttavia alimentava la mia curiosità  attorno ai quattro di Manchester non si limitava prettamente al lato musicale, bensì a ciò che Jamie Lee lasciava intendere sulla rete. Messaggi che citavano la morte, l’alienazione e riferimenti a poeti maledetti. Tutto questo, insieme all’alone di misteriosità  che il gruppo aveva voluto costruirsi attorno sulla scia dei compianti(?) Wu-Lyf, andava quindi ad accrescere tutto l’interesse del sottoscritto nei loro confronti. E poi ecco finalmente che con “The Shadow of Heaven” i Money diventano cosa concreta e le aspettative vengono puntualmente confermate. Dieci tracce tessute di suoni che spaziano dal gospel al folk-pastorale e che sembrano uscire da una profonda caverna, isolata da quel tessuto urbano con cui Jamie Lee e soci hanno dovuto fare i conti. Un disco capace di lasciare il segno perchè nella sua ingenuità  riesce ad andare a intaccare l’animo di chi ascolta (merito della decadenza insita nei testi e dei toni a tratti struggenti) e ad elevarsi intellettualmente (i riferimenti poetici e filosofici lo dimostrano) rispetto al resto delle produzioni musicali attuali. Non che ce ne voglia particolarmente, ma i quattro lo fanno.. riuscendoci, eccome.

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The Shadow of Heaven
[ Bella Union – 2013 ]
Genere: indie
Rating:
1. So Long (God Is Dead)
2. Who’s Going to Love You Now
3. Bluebell Fields
4. Goodnight London
5. Letter to Yesterday
6. Hold Me Forever
7. Cold Water
8. The Cruelty of Godliness
9. The Shadow of Heaven
10. Black