All’interno della scena britpop, di cui tanto se ne è parlato e se ne continua a parlare, un posto di rilievo se lo ritagliarono di certo anche gli Echobelly, gruppo a doppia trazione Sonya Madan/Glenn Johansson.

Il loro esordio sulla lunga distanza fu proprio “Everyone’s Got One”, uscito nell’estate del 1994 ma preceduto da singoli che avevano creato il giusto appetito intorno all’album.

Il ricettario è semplice, ma assai efficace: al pop rock guitar driven firmato da Glenn Johansson si abbina la voce fresca quanto intraprendente (i paragoni con Debbie Harry si sprecheranno)  della spigliata, maliziosa ed intelligente Sonya Madan, un tipino da non sottovalutare, con pochi peli sulla lingua. Egocentrica ed istrionica (“Everyone’s Got One” altro non è che la scomposizione di “EGO”), ma affatto avara di messaggi sociali e politici da lanciare, seppur apparentemente nascosti dietro ad una voce di certo più angelica e pimpante che dura e riottosa.

Agganci facili, carica ben dosata, tanto basta per attirare, “complice” il periodo culturale/musicale particolarmente favorevole, le debite attenzioni sulla band.

Capolino viene fatto nel Novembre 1993  con il singolo “Bellyache”, ma è nel Marzo successivo con “Insomniac” che si fa il botto: smithsiana all’ennesima potenza, edibile e poppeggiante a più non posso, il suo successo fa leva su un video dove la fanno da padrone il glam e le t-shirt con l’Union Jack, un testo sull’abuso di cocaina e un bridge-ritornello spinto da dietro dalla chitarra elettrica che sono un manifesto britpop. Siamo a metà  1994, e con un pezzo così les jeux sont faits. Il successo è importantissimo, il brano diventerà  uno degli emblemi del periodo tutto ed avrà  cassa di risonanza mondiale (tant’è che finirà  anche nell’O.S.T. del film “Scemo e Più Scemo”, in uscita pochi mesi dopo) e con la spinta del successivo “I Can’t Imagine The World Without Me” (al missaggio, c’è addirittura un mostro sacro come Alan Moulder) sarà  l’apripista perfetto per l’album.

Dal tocco più alt-rock, rumoroso,  muscolare ed americaneggiante rispetto a band dalla struttura simile riconducibili al movimento (Elastica e Sleeper su tutti), “Everyone’s Got One” raggiungerà  la posizione numero 8 della Uk Charts e in un anno sarà  Disco d’argento: addirittura meglio farà  il successivo “On”, uscito l’anno seguente, che raggiungerà  la posizione numero 4 e sarà  Disco d’oro.

Beghe legali, di salute (la Madan avrà  problemi di tiroide), divergenze artistiche, e soprattutto l’onda che colpirà  il movimento britpop da lì a poco, spingeranno gli Echobelly, più o meno lentamente,  via dai radar che contano: ma il loro ricordo, e album come questo “Everyone’s Got One”, saranno lì per sempre a riportarci alla mente la vivace brillantezza di quegli anni.

 

Echobelly – Everyone’s Got One
Data di pubblicazione: 22 Agosto 1994
Tracce: 11
Lunghezza: 41:16
Etichetta: Fauve
Produttori: Simon Vinestock

Tracklist:

1. Today Tomorrow Sometime Never
2. Father, Ruler, King, Computer
3. Give Her a Gun
4. I Can’t Imagine the World Without Me
5. Bellyache
6. Taste of You
7. Insomniac
8. Call Me Names
9. Close”… But
10. Cold Feet Warm Heart
11. Scream