Con l’uscita del nuovo album “Dreamland“, un live coi fiocchi ce lo meritavamo tutti. Fortunatamente, le nostre aspettative non sono state deluse: i Glass Animals ci hanno garantito un’esperienza audiovisiva unica, ed è esattamente ciò che abbiamo avuto.

Non poteva che dare inizio a questo spettacolo “Dreamland”, opening dell’album omonimo. Il primo concerto online assoluto della band inglese ““ ribattezzato dai fan “Streamland” ““ inizia con delle luci soffuse tra il viola e il blu, dinanzi a un monitor e una cassetta VHS che richiamano decisamente un’atmosferà  retrò, predominante nell’estetica del gruppo.

Dopo un primo piano sul frontman Dave Bayley ci spostiamo sul palco dietro di lui, dove troviamo riuniti Joe Seaward (batteria), Edmund Irwin Singer  (tastiere) e Drew  (chitarra). Verso il finale il cantante si riunisce sul palco con i compagni, ed è in quel preciso istante che “Streamland” ha inizio. Risuona con furia “Life Itself”, dal secondo album “How to Be a Human Being”: un concentrato di energia in cui i quattro ragazzi danno davvero il massimo di sè, mostrando come sarebbe stato partecipare a un loro show dal vivo. Una vera e propria bomba, insomma.

Il brano seguente, “Tangerine”, rivela una più che piacevole sorpresa: oltre a Bayley  che invita a votare per le elezioni in diretta,  assistiamo a una versione speciale del pezzo con la collaborazione della cantante (e poetessa) inglese Arlo Parks. Non è la prima volta che la band e la ragazza lavorano insieme: abbiamo infatti già  potuto notare le doti artistiche della Parks in una cover di “Hotline Bling” di Drake, parte delle cosiddette “Quarantine covers” ““ canzoni completamente reinventate da Dave durante la scorsa quarantena, come suggerisce il nome.

“Live In The Internet” è uno spettacolo che unisce davvero tutte le arti: presenta un’estetica impeccabile, in un’unione tra effetti luminosi variopinti e scenografie perfettamente a tema. Un esempio? Nel brano conclusivo, “Pork Soda”, a fare la sua bella figura c’è una strobosfera… A forma di ananas. Per chi non ne conoscesse il motivo, basti sapere che il brano a cui si fa riferimento parte da una frase ben precisa: “Pineapples are in my head”. Ovviamente, non ci è voluto molto prima che i fan lo rendessero un vero e proprio tormentone, nonchè motto del gruppo.

In uno show poliedrico di questo tipo non poteva mancare neanche l’aspetto coreografico, tant’è che oltre a Dave si scatena anche il ballerino Kanah Flex; tra le sue movenze fluide e la presenza predominante di piante nella scena, è impossibile non innamorarsi di come “Hazey” è stata portata sullo schermo di migliaia di persone.

“Hazey”, però, non è stato di certo l’unico brano ripreso dal primo album dei Glass Animals, “Zaba”; si fa presto strada “Black Mambo”, che introduce il pezzo seguente (“Hot Sugar”) con un’impeccabile transizione che farebbe invidiare chiunque.

Adorabile è poi il modo in cui Bayley  è riuscito a coinvolgere i propri fan nel progetto. Basti pensare a come, per la scenografia di “Youth”, abbia chiesto ai fan di mandare diversi filmini di se stessi da bambini, o di come per “Heat Waves” sia stata utilizzata la videoregistrazione di una videochiamata sulla piattaforma Zoom (avviata per l’appunto dalla band) di una settimana prima, a cui cinquecento fortunati ascoltatori sono stati in grado di accedere.

Non mancano i brani ormai cult  della band, come “Tokyo Drifting” (in collaborazione con Denzel Curry), “The Other Side of Paradise” o “Gooey”. Questi quattro ragazzi riescono a mantenere un’energia e passione incredibili per tutta la durata dello show, facendoci desiderare più che mai di essere lì con loro. Suscitano molta curiosità  le esibizioni di “Space Ghost Coast to Coast” e “Your Love (Dèjà  Vu)”, su cui le aspettative sono ormai tante quanto alte. Sarà  l’atmosfera creata dal gruppo, i balletti che Bayley improvvisa sul palco, ma l’hype che si è creata per i prossimi spettacoli dei Glass Animals è da non crederci.

glass animals

© Ollie Trenchard

Spiace dirlo, ma questo concerto ha avuto anche i suoi lati negativi: in primis, il fatto che i server crollassero spesso a causa delle troppe presenze sul sito; è però perfettamente comprensibile, considerando che ai ragazzi non era mai capitato di dover vivere un’esperienza del genere. In secundis, la tracklist ““ e quindi la durata dello show. Sicuramente è stata un’esperienza unica, e nessuno lo vuole negare. Con un’ora di spettacolo, però, e l’assenza di numerosi brani di “Dreamland” come “Waterfalls Coming Out Your Mouth”, “Helium” e “It’s All So Incredibly Loud”, alcuni fan sono rimasti un po’ a bocca asciutta.

Che la band abbia deciso volutamente di non esibirsi con alcuni pezzi, perchè convinti del volerli riservare a un’atmosfera più intima e intensa come quella che si crea dal vivo? Può darsi. Sta di fatto che attendiamo volentieri di vedere cos’hanno in serbo i Glass Animals  per noi in futuro; se sono stati in grado di creare “Live In The Internet” e la magia che vi è dietro, non possiamo che aspettarci il meglio.

Cover photo Credit: Neil Krug