Nel Gennaio del 1981 (ndr: arbitrariamente scegliamo la data del primo gennaio per celebrare questo compleanno, pronti a cambiare se trovassimo una data esatta che, nonostante le molte ricerce, non abbiamo individuato) veniva pubblicato via Rough Trade il primo album dei Television Personalities, band londinese che si formò nel 1977 dall’ispirazione di Dan Tracey, vero leader di una band che è in pratica un suo progetto a cui negli anni si sono uniti vari compagni d’avventura. Erano gli anni in cui, sulla scia dei Sex Pistols, centinaia di musicisti, più o meno all’altezza, formarono band che con i famosi quattro accordi riuscirono a firmare contratti con case discografiche, le quali, facendosi beffe del motto “no future“,   cavalcarono l’onda del fenomeno “punk”, in cerca di profitti insperati. Dan viveva, manco a dirlo, in Kings Road a Chelsea con la madre. L’appartamento era al settimo piano e uno dei primissimi singoli della band (1978) s’intitola “14th Floor”. Il testo descrive in maniera concreta i disagi di chi vive uno squallido quotidiano.   Situazioni sempre affrontate con ironia e sarcasmo, come il titolo del loro terzo album “They Could Have Been Bigger Than The Beatles”, una dichiarazione che ci fa capire con quanta ironia il mancato successo della band veniva considerato dal leader stesso. La figura di musicista non convenzionale di Tracey è confermata dalle testimonianze di Jowe Head, uno dei   suoi amici e collaboratori:

Dan era molto disinvolto riguardo all’intero business musicale e sprezzante delle convenzioni

Sembra che la band non si riunisse per le usuali prove e che non veniva preparata nessuna setlist prima dei concerti: bisognava capire il pezzo dai primi accordi suonati dal loro leader. Addirittura venivano suonate e sviluppate nuove canzoni durante l’esibizione live, nate da improvvisazioni del momento. Alcuni anni più tardi Tracey confessò che la musica non era il giusto mezzo per esprimere se stesso e che amava molto di più i film e i libri.

In quel periodo storico il punk aveva dichiarato la propria avversione non solo al potere dominante ma anche al decennio precedente, quegli anni ’60 colpevoli di troppa morbidezza, quell’ipocrita “Love and Peace”, il movimento hippy, troppo figlio dei fiori e quindi, da un certo punto di vista,   prevedibilmente perdente. E’ in questo clima che i Television Personalities pubblicano il loro primo album immortalando sulla cover due simboli di quegli “anni che cambiarono il mondo”: l’icona culturale e modella della Swinging London Twiggy e l’attore Patrick Macnee, da noi conosciuto per la serie televisiva “Agente Speciale”.

Un chiaro messaggio di sfida a cui Tracey, autore di tutti i brani dell’album, non rinuncia (Ed Ball e Mark Sheppard sono gli altri due componenti della band del periodo). L’album in effetti risente delle influenze che la copertina evoca. Troviamo addirittura un brano che nomina uno dei massimi eroi dell’epoca psichedelica: “I Know Where Syd Barrett Lives”. Registrato durante l’anno precedente, il disco è ovviamente autoprodotto, anche se nelle note di copertina l’album risulta prodotto da “Vic Hammersmith-Broadway”, un chiaro riferimento a “Vic Coppersmith-Heaven” che al tempo produceva i Jam.

L’album non ebbe un gran successo in patria, a dire il vero i T.V.P. hanno sempre goduto di un buon successo all’estero, in Germania e Olanda in primis. Anche John Peel che li aveva da subito supportati proponendo i loro primi singoli nei suoi show radiofonici e gettandoli, di fatto, tra le braccia della Rough Trade, sembrò successivamente un po’ deluso dall’album. (in seguito Tracey dichiarò che Peel disse testualmente”che peccato siano cresciuti”, come se il famoso DJ prediligesse il loro   approccio naive).

Ad onor del vero il buon Peel registrò, nel settembre del 1980 una session con 4 brani tratti dall’album – “Silly Girl”, “Picture Of Dorian Gray”, “La Grande Illusion”, “Look Back In Anger” – che vennero passate in radio un paio di volte in quello stesso mese.

La produzione di quel primo album è relativamente primitiva, ma le canzoni sono davvero memorabili e gli arrangiamenti sono spesso intelligenti e vari ma mai troppo disordinati o eccessivamente decorati”   afferma sempre Jowe Head. Anche se Pitchfork ha collocato l’album al 64 °posto tra i migliori album uscuti negli anni 80, Tracey ha dichiarato qualche anno dopo: “Non ascolto mai il nostro primo lavoro nonostante sia considerato dalla gente il nostro miglior album. Mi piacciono le canzoni, ma avrei voluto che fosse più musicale”

Nonostante i dubbi di Tracey, l’abum e i successivi della band vengono accolti molto positivamente in California, negli ambienti musicalmente più recettivi. La forte tradizione psichedelica della regione era ancora ben viva nonostante il punk avesse ben attecchito. Le punk band che fiorivano verso la metà  degli anni ’80 avevano ormai perso quello spirito che caratterizzava il fenomeno nato nella seconda metà  degli anni settanta. Nascono quindi band come i Rain Parade, i Dream Syndicate e molte altre che riporteranno di moda una neo-psichedelia, identificata poi come “Paisley Underground”.

Ecco perchè “…And Don’t The Kids Just Love It” è un album che va ascoltato con grande interesse. Anche se buona parte dei brani risentono dell’influenza punk e soprattutto mod, questo primo album della band londinese accoglie a braccia aperte sonorità  tipicamente sixties, cosa al tempo innovativa. Dobbiamo pure ricordare che uno dei primi membri della band, Joe Foster, in seguito fondò con Alan McGee e Dick Green, una delle più prestigiose label degli anni ’80, la Creation Records che si ispirò ai suoni e allo stile dei T.V.P. influenzando, con i loro primi singoli, molte band che negli anni a seguire furono a loro volta seminali (Jesus And Mary Chain, Pastels, Pavement).

Per chi si stesse ancora chiedendo dove vivesse Syd Barrett, abbiamo notizia che durante un concerto a Wishaw, Tracey rivelò l’enigma: Syd viveva a Cambridge con la madre. Nessuno tra i presenti al concerto lo prese sul serio, la notizia passò del tutto inosservata…

Data di pubblicazione: Gennaio 1981
Tracce: 14
Lunghezza: 37:21
Etichetta: Rough Trade Records
Produttore: Vic Hammersmith-Broadway

Tracklist:

  • This Angry Silence
  • The Glittering Prizes
  • World of Pauline Lewis
  • A Family Affair
  • Silly Girl
  • Diary Of A Young Man
  • Geoffrey Ingram
  • I Know Where Syd Barrett Lives
  • Jackanory Stories
  • Parties in Chelsea
  • La Grand Illusion
  • A Picture Of Dorian Gray
  • The Crying Room
  • Look Back In Anger