Sarah Mary Chadwick completa la trilogia iniziata con “The Queen Who Stole The Sky” e proseguita l’anno scorso da “Please Daddy”. “Me And Ennui Are Friends, Baby” è nato dopo un periodo ancora più difficile rispetto agli album precedenti, sofferenza che viene esorcizzata in arrangiamenti piano e voce e testi drammatici nella loro brutale onestà . Non si nasconde la musicista neozelandese trapiantata a Melbourne, non cerca alibi e non vuole compassione.

Quarantuno minuti che fanno i conti con desiderio, solitudine, depressione, famiglie disfunzionali, un tentato suicidio e i mille trucchi con cui spesso inganniamo noi stessi dicendo di stare bene. Ogni canzone è una ferita piccola o grande messa in musica con coraggio disarmante e zero censure. La voce di Sarah Mary Chadwick è centrale e riempie ogni angolo, a volte s’innalza in un pericoloso tremulo a volte si abbassa, roca e incredibilmente cupa e spettrale.

Quasi sull’orlo del pianto in brani come “At Your Leisure” e “Full Mood”, dolcissima e triste in “Always Falling”, sarcastica in “That Feeling Like” e “Every Loser Needs A Mother”, pungente in “Don’t Like You Talking”. Il piano, che ha iniziato a suonare da bambina, non è solo uno strumento ma diventa un’ancora, una scialuppa di salvataggio per non annegare tra ricordi e rimpianti, rabbia e risentimento, momenti di gioia e passione.

Maybe I’ll just pour my soul into another few songs the only time that I feel real the only time I don’t feel wrong” canta Sarah Mary Chadwick nella title track ed è tutta qui la chiave di “Me And Ennui Are Friends, Baby”. Dodici brani dove non è la performance a dominare, l’atteggiamento non è quello spesso morboso di chi cerca visibilità  a ogni costo, c’è solo tanta voglia di condividere esperienze senza filtri nè giudizi in un disco spartano, meno rifinito degli altri ma profondamente umano.

Credit foto: Simon Karis