Se vi siete mai chiesti quanto vale un pompino troverete la risposta nell’ultimo disco degli Offlaga Disco Pax, chiara ed inequivocabile: un toblerone! Tornano i racconti di Max Collini, da Reggio Emilia con furore, tornano le atmosfere rosse dei paesi come Cavriago (dove il sindaco onorario è, fin dal 1917, Vladimir Lenin) o meglio ancora di Roncosesi (aka Vladivostok) catapultata in una canzone e quindi destinata a perdersi nella storia.

Descrivere un disco degli Offlaga non è cosa facile, sia per chi li adora sia per chi non li definisce neanche un gruppo musicale. In effetti, anche in questo secondo album non ci sono classiche canzoni, non scrivono canzoni gli Offlaga, fanno un’altra cosa, raccontano storie, raccontano, non cantano, sentimenti; è come assistere alla visione di tanti cortometraggi, privati delle immagini e a cui restano solo la voce del narratore esterno e la colonna sonora. Quello che fa Collini è rivivere scene degli anni ’80 che in un modo o nell’altro sono rimaste impresse nella sua memoria, ed insieme a quelle scene, scritti come sullo spazio bianco delle polaroid dell’epoca, si ritrovano tutti i sentimenti di un passato prossimo, condivisibile, per tempi e modi, da tutti i post trentenni e non solo.

Ci si ritrova negli anni che arrivano/partono dalla strage di Bologna, non a caso di Francesca Mambro si parla in “Sensibile”, negli anni in cui l’eroina era di moda, in cui, come diceva Pazienza, era un classico avere la siringa nel taschino. Un disco costellato di memorie, descritte in maniera infinitamente personale, ricco di dettagli anche se poco importanti, ma che contano come la cura degli arrangiamenti musicali.

Ah, già , le musiche; mentre i testi e la parte vocale di “Bachelite” è sovrapponibile a quella di “Socialismo Tascabile” (loro primo disco), non altrettanto si può dire per le musiche, che in questo secondo lavoro sono molto più “curate” e rifinite, credo si senta la mano di una produzione più matura. Molti gli spunti interessanti, dal semplice omaggio ai Kraftwerk in “Superchiome” ai tagli violenti che strappano letteralmente il ritmo in “Lungimiranza”. Pezzi preferiti: “Cioccolato I.A.C.P.” e “Onomastica”.

Un disco da ascoltare sicuramente”…gli Offlaga fanno qualcosa a cui vale la pena dedicare del tempo, fanno qualcosa di diverso, e ai nostri giorni, soprattutto in Italia, non è cosa da nulla.