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Un disco come questo “Deeply Inside” sembra davvero uscito negli anni settanta, che ne so… Da qualche parte, in un qualche istante tra “Red” dei King Crimson, “Wish You Were Here” dei Pink Floyd e la colonna sonora di “Blade Runner”. L’avessero sentito alcuni miei amici avrebbero sicuramente gridato al capolavoro, ma l’album più recente che hanno sentito è probabilmente “In Utero”: comunque anche noi siamo rimasti abbastanza sorpresi.
Infatti non tutti sono capaci di miscelare senza sbalzi gli ingredienti sopracitati con un gusto atmosferico degno dei Japan e con scansioni ritmiche che sembrano prese dall’ultimo Dopplereffekt. E la cosa che ci ha resi ancora più felici è il fatto che i Suntrack sono italiani, fiorentini per la precisione: non troverete neppure in internet i loro veri nomi, ma sappiate che dietro questa affascinante ragione sociale si nascondono due eccezionali polistrumentisti conosciuti con gli alias Cris Black e G&C.

Se l’inizio con “Morning” è alquanto efficace (i Japan migliori giusto un poco più distorti), è la successiva “Someone” a farci sussultare sulla sedia: quattro minuti e mezzo capaci di evocare spettri del Bowie berlinese, climax degni dei Radiohead più poetici ed inquieta elettronica che non avrebbe stonato in “Mezzanine” dei Massive Attack.

Altri pezzi sono altrettanto belli (su tutte la cosmica e ritmata “Battle” e la psichedelica e cinematografica “Body Rest”), mentre alcune volte i nostri appaiono leggermente sfuocati: “It Is Not Time” per quanto avvolgente non sa bene nemmeno lei dove vuole andare a finire, “Imago Mundi” invece cita a sproposito Gerald Donald appesantendo il tappeto electro con una chitarra piuttosto insipida. Bisognerebbe anche lavorare un attimo sulla voce, buona ma ancora poco personale. Ottima al contrario la produzione, rifinita ed assai levigata con alcuni suoni davvero degni di nota (è sempre un piacere quando entra quel basso così ben trattato).

“Flow” riporta lo spettro dei Japan, ma allo stesso tempo ricorda i Pink Floyd più modernisti (quelli di “Welcome To The Machine” per esempio). Al contrario “Burn Up” e la conclusiva “Seven Line” approfondisco il discorso elettronico calandolo in un’atmosfera abbastanza datata ma non per questo polverosa (un’inedita fusione di panorami ambient e salite prog, malinconia trip-hop e romantico rock).

Bella sorpresa insomma questo “Deeply Inside”: lungi dall’essere un album indimenticabile, è un lavoro dignitoso e pieno di spunti interessanti che speriamo i nostri riprendano e personalizzino ulteriormente nei prossimi anni.

Cover Album
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Deeply Inside [ SnowBit – 2008 ] – BUY HERE
Similar Artist: Pink Floyd, Dopplereffekt, King Crimson, Japan, David Bowie, Radiohead, Portishead
Rating:

1. Morning
2. Someone
3. Battle
4. Body rest
5. It is not time

6. Flow
7. Imago mundi
8. Burn up
9. Seven line