Grandmaster Flash
The Bridge / Concept Of A Culture

A volte quando ci si avvicina a certi dischi si prova un certo timore reverenziale. Vuoi il nome, vuoi la storia, e se poi ci devi anche scrivere sopra, quel ‘timore’ rischia di aumentare sempre più. Se poi vieni a scoprire che un pezzo da novanta della scena hip hop americana pubblica un nuovo disco dopo circa vent’anni, ci si mette pure lo stupore e si rischia di andare in tilt.

Quindi tra timore e stupore ecco tra le mie mani il nuovo disco di Grandmaster Flash, epocale DJ, tra i master della nascita dell’hip hop come lo conosciamo oggi. Fautore di nuove tecniche di scratching sui piatti prima inedite, componente nei primi ’70 dei Furious Five (monumento dell’old school americano, attivo fino a fine ’80), una specie di Messia per gli appassionati dei turntables. Il disco si chiama “The Bridge ““ Concept Of A Culture” e, a dirla tutta, appena letto il nome è salito l’entusiasmo. Che è poi schizzato a mille quando ho letto la sequela di collaborazioni collezionate sulle dieci tracce: nomi storici (Q-Tip, KRS-One, DJ Kool), fenomeni più o meno mainstream (in realtà  mainstream pieni: Busta Rhymes e Snoop Dogg, tra gli altri!), e nuove facce.

Ma purtroppo (e sottolineo purtroppo) le aspettative si vanno a scontrare contro il macigno della realtà : questo disco se non fosse per il nome si perderebbe nel marasma delle produzioni hip hop dell’ultimo anno. Chiaramente parlando di produzioni e di basi, che è quello che interessa musicalmente in questa opera. Perchè è normale (e facile) che ci si lasci facilmente prendere da un rap di Q-Tip o KRS-One. Il disco è essenzialmente una collezione di tracce prevalentemente uptempo, molto ballabili (e si risente dell’attività  live come DJ di Grandmaster Flash). Basta prendere come esempio canzoni come “Thosè Chix” o “Bronx Bombers”. O l’esplicita (sin dal titolo!) “Tribute To The Breakdancers” (con ospite MC Supernatural). Interessanti possono risultare il pezzo con Busta Rhymes, “Bounce Back” o “Here Comes My Dj”, con Dj Kool e Dj Demo. Il resto davvero non m’ha colpito, nonostante i ripetuti ascolti (in streaming, vista la bizarra scelta della casa discografica di mandare il promo con le ultime 5 tracce editate).

Non si può dire rimandato a un nome così, al massimo rimandato nei locali dove ancora imperversa con i suoi djset: quello che aveva da dire su disco l’ha detto, e l’ha detto molto bene. Ora non più, ma gli si perdona, questo ed altro.

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