Cose da fare mentre si ascolta Badly Drawn Boy:
Sistemare i cassetti dei pensieri contorti.
Una gita fuori porta.
Fare l’amore.
Vederti sorridere.
Sorriderti.

Tra le mie debolezze c’è la musica, la resa incondizionata a canzoni capaci di trascinarmi in uno stato di coscienza semi-catartica. Una delle mie debolezze è Damon Gough, il ‘ragazzo disegnato male’ che pare sempre sul punto di dipingere la melodia perfetta anche nei momenti di massima pigrizia compositiva. Non è facile per il sottoscritto farsi mediatore tra il gusto personale e l’oggettività  di un album capace di regalare momenti importanti ed altri di piacevole mestiere pop.

“It’s What I’m Thinking” rifugge la melodia a buon mercato e l’immediatezza glicemica di certe trovate sensazionali del Nostro, restando imbrigliato tra le maglie di atmosfere circolari dalle armonie appiccicose. Il primo ascolto può essere straniante per i fan della prima ora, mentre una certa ripetitività  degli andamenti languidi dei brani farà  storcere il naso a più di qualcuno. Sorprendentemente, nel difetto dell’album si nasconde anche il maggior pregio: andando a grattare un po’ sotto la superficie di queste canzoni medio-lente, col passare degli ascolti si manifesta una inaspettata quanto conciliante bellezza. E’ un caleidoscopico giocare con i chiaroscuri che lascia in bilico tra allegria pop e malinconia umbratile, una sensazione che emerge lentamente e conquista con grazia ed eleganza.

A conti fatti non si ripete il miracolo dei primi due dischi, a dispetto del titolo del primo singolo, quella “Too Many Miracles” che sembra sempre sul punto di decollare, ma non spicca mai il volo definitivo. Non c’è niente di brutto in questi solchi, anzi, credo che consumerò il disco e queste canzoni, pur riconoscendo che Damon ha tutte le carte in regola per fare meglio di così, anche di molto. E’ da troppo che si aspetta un nuovo “The Hour Of Bewilderbeast”, ma per il sottoscritto non è un problema vista la debolezza di cui sopra. Fossero tutti così i dischi imperfetti vivremmo in un mondo praticamente perfetto.
Però alla lista iniziale aggiungerei un’ultima cosa:

Aspettare il prossimo disco di Badly Drawn Boy col sorriso sulle labbra.