Chi si sarebbe aspettato un passo del genere dai Daft Punk? Dico, chi si sarebbe aspettato una colonna sonora nella quale Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo dimostrano di saper maneggiare a dovere anche partiture orchestrali da mega-kolossal americano, soluzioni kitsch alla Vangelis, minimalismo alla Philip Glass e certo space kraut di band come Tangerine Dream, Cluster e Harmonia? Nessuno, direi.

Tutti immaginavano un altro “Discovery” dieci anno dopo o al limite un altro “Homework” quattordici anni dopo (nessuno purtroppo immaginava un altro “Human After All”, visto che è un disco favoloso che però non è stato capito e pertanto nessuno lo ricorda mai), ed invece i Daft Punk sono già  lontani, pronti ancora una volta a stupire il mondo e a spiazzare chiunque si trovi ad affrontare la loro musica.

D’accordo, una colonna sonora è una colonna sonora e decontestualizzata può risultare difficile da digerire (per la cronaca: il film “Tron Legacy” uscirà  nelle sale italiane a gennaio ma già  promette di diventare un culto totale), ma qui ci sono numeri non da poco e momenti che riescono a risultare parecchio suggestivi anche se slegati dalle immagini che dovranno accompagnare in un futuro prossimo venturo: l’impetuosa “Recognizer”, la magmatica “Rinzler”, la enigmatica e moroderiana “End Of Line”, la tamarrissima “Derezzed” (quasi un premio di consolazione destinato a chi si aspettava un disco per muovere le chiappe e sudare, sudare, sudare), la acieeedissima “Tron Legacy”, tutto il resto ed anche di più. Qui c’è un intero mondo, il mondo di due ragazzi che hanno apertura mentale, conoscenze musicali, gusto e tanto coraggio ““ il coraggio che ha permesso loro di farsi strada e diventare famosi uscendo dagli schemi e dalle soluzioni prederminate. Un mondo in cui è facile perdersi, ma dal quale si può anche uscire consapevoli dell’importanza capitale che i Daft Punk stanno avendo per l’evoluzione della musica odierna.

Poi magari vien fuori che questo disco è una marchetta colossale ed i Daft Punk l’hanno imbastito in quattro e quattr’otto per incassare un bel po’ di soldini (sicuramente è così), però resta il fatto che è l’ultima cosa che ci si sarebbe aspettati da loro in un momento del genere, con gente tipo i Justice che ha costruito una carriera su intuizioni che loro hanno avuto cinque anni fa e viene idolatrata dalle folle.

I Daft Punk con la colonna sonora di “Tron Legacy” hanno semplicemente avuto il fegato di non dare alla gente ciò che la gente voleva da loro, e non è cosa da poco (soprattutto se così facendo riescono ugualmente a guadagnarci una bella somma di denaro). Quale sarà  il loro prossimo passo?